Nozze gay, anche il Comune di Palermo contro la circolare di Alfano

Anche Palermo scende in campo contro la circolare del Ministro degli Interni, Angelino Alfano, che vieta la registrazione dei matrimoni gay contratti all’estero. Una decisione che ha suscitato proteste in mezza Italia. Con i Sindaci di Bologna, Napoli, Roma a Grosseto, Udine, Parma, tanto per citare i Comuni più grossi,  che hanno fortemente critciato l’iniziativa e hanno invitato  alla disobbedienza.

Virginio Merola, Sindaco di Bologna è stato chiarissimo: “Se vogliono annullare gli atti delle trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero lo facciano. Io non ritiro la mia firma. Lo facciano dunque ma non nel nome di Bologna, che come sindaco rappresento. Io non obbedisco”.

Idem il Sindaco di Grossetto: “Conta più una sentenza del tribunale che una circolare del ministro” dice  Emilio Bonfazi,  sapendo bene che  nella sua città  una sentenza ha imposto la registrazione di un matrimonio gay contratto all’estero. Una questione come questa non va risolta con circolari burocratiche, ma deve essere portato in Parlamento o in Corte Costituzionale”-

Oggi, dunque, anche il Comune di Palermo raccoglie l’appello alla disobbedienza:  “L’assessore alla Partecipazione e ai servizi demografici del Comune Palermo, Giusto Catania (nella foto), di intesa con il Sindaco e in coerenza con delibere formali di Giunta e Consiglio Comunale, – si legge in una nota di Palazzo delle Aquile- ha inviato una nota al Capo area della Partecipazione e al Dirigente del servizio Stato Civile con la quale si dà indicazione di “predisporre tutte le procedure al fine di garantire la trascrizione dei matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso”.

“Tale scelta – dice Catania – è inscritta in un’azione politica ed amministrativa della città di Palermo che è costantemente protesa alla tutela dei diritti fondamentali della persona”.

Per il Sindaco, Leoluca Orlando, sicuramente “una circolare ministeriale non può annullare la tutela dei diritti umani, universalmente riconosciuti, né disattendere il principio di non-discriminazione che deve essere alla base di tutte le scelte della pubblica amministrazione”..

Intanto, Alfano, travolto dalle polemiche, si difende:

“Quello che mi ha davvero impressionato ieri, a fronte di una direttiva ai prefetti che li invita a invitare i sindaci a rispettare le leggi e a non fare in Italia cose che le leggi non prevedono  è che mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita”.

E rilancia: “Firmerò una circolare che invierò ai prefetti per chiedere la cancellazione delle trascrizioni dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati all’estero. Queste trascrizioni fatte da alcuni sindaci non sono conformi alle leggi italiane”.

Ma anche la maggioranza che regge il Governo Renzi si spacca.  Con NCD che  difende il suo leader e il PD che prende le distanze: «Alle domande in materia di diritti civili non si risponde a colpi di circolari», afferma Debora Serracchiani, vicesegretaria nazionale del Partito Democratico.

Durissimo il  leader di Sel, Nichi Vendola: “Evidentemente nel governo delle larghe intese a Renzi spetta la parte degli annunci, mentre chi detta legge sui diritti sociali è il diversamente berlusconiano Sacconi. E sui diritti civili e sulla dignità e la libertà delle persone detta legge il diversamente berlusconiano Alfano”.

 


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