Sembrano essere arrivate ad una svolta le indagini sull'omicidio di don michele di stefano, il parroco di 79 anni di ummari, nel trapanese, assassinato lo scorso 26 febbraio mentre dormiva in canonica.
“Non volove uccidere Don Michele”
Sembrano essere arrivate ad una svolta le indagini sull’omicidio di don Michele Di Stefano, il parroco di 79 anni di Ummari, nel trapanese, assassinato lo scorso 26 febbraio mentre dormiva in canonica.
Gli inquirenti avrebbero individuato il presunto colpevole: si tratta di Antonio Incandela, disoccupato di 33 anni fermato dai carabinieri a Trapani. Durante il lungo interrogatorio l’uomo avrebbe detto agli investigatori : “Non volevo ucciderlo, ma dargli soltanto una lezione”. Pare che abbia colpito il parroco, col bastone di una zappa ripetutamente, pensando di sferrare i colpi non alla testa ma alle gambe.
Verso il parroco, che era stato anche suo insegnante di religione, a quanto pare, Incandela nutriva rancore. Don Michele, infatti, nelle omelie avrebbe fatto dei riferimenti a suoi precedenti reati.
Ora al giovane i pm contestano l’omicidio pluri aggravato oltre che la rapina. Domani la Procura depostera’ la richiesta di convalida del fermo dal gip.
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