Ingresso non autorizzato in una struttura militare, interruzione di pubblico servizio, resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Sono i reati contestati in questi mesi agli attivisti contrari alla costruzione dell'impianto di antenne satellitari dell'esercito Usa a Niscemi. Ieri, a Catania, hanno parlato dei propri problemi legali alla presenza di alcuni avvocati. E pianificato una prima manifestazione per giorno 22 febbraio, «per denunciare il paradosso di una attività repressiva, mentre sono state commesse violazioni nel cantiere»
No Muos, il 22 febbraio a Caltanissetta I legali: «Continue denunce ai manifestanti»
Dall’ingresso non autorizzato in una struttura militare, reato punibile con sanzione amministrativa, passando per l’interruzione di pubblico servizio, fino ad accuse ben più gravi, quali resistenza e violenza a pubblico ufficiale. «Reati per i quali molti di voi sono indagati, ma è difficile al momento fare ipotesi sull’iter», chiarisce l’avvocato Goffredo D’Antona ai militanti No Muos, ieri sera a Catania per fare il punto su una situazione giudiziaria dagli esiti ancora incerti. E non solo per quanto riguarda gli attivisti, ma anche per l’oggetto delle loro manifestazioni: l’impianto di antenne satellitari della marina militare Usa da poco concluso a Niscemi.
D’Antona fa parte del pool di legali che assiste i manifestanti, provenienti da tutta la Sicilia, raggiunti in questi giorni da decine di notifiche dalle procure di Caltanissetta e Gela per i reati che avrebbero commesso nel corso delle varie manifestazioni dell’ultimo anno contro la base Usa niscemse. «C’è un paradosso tra questa attività, repressiva, e le violazioni commesse nel cantiere», afferma l’avvocato Paola Ottaviano. «Un impianto costruito in area protetta, con illegittimità nell’iter autorizzatorio, mancanza del certificato antimafia per alcune ditte che vi lavorano. E anche profili di incostituzionalità», afferma il legale, che sta portando avanti un ricorso al tribunale amministrativo regionale, «sull’abusività della costruzione, il cui esito è atteso per il 27 marzo e che, se accolto, potrebbe cambiare realmente il quadro della situazione», afferma.
Nell’attesa, i militanti sono concentrati nell’organizzazione di due manifestazioni: la più grande sarà giorno 1 marzo e si svolgerà in contrada Ulmo, arrivando alla base militare che si trova dentro l’area protetta della Sughereta. «Giorno 22 febbraio ci sarà invece una mobilitazione a Caltanissetta, che arriverà fino in prefettura», ricorda Alfonso Di Stefano, del comitato No Muos di Catania. Sarà «un momento di denuncia della situazione, a Caltanissetta, dove non si agisce sui rilievi anche penali della costruzione», continua Ottaviano.
«La manifestazione sarà in contemporanea a quella nazionale contro la costruzione della Tav, andremo a informare la cittadinanza su quanto accade», afferma Elvira Cusa, uno dei membri più attivi del comitato No Muos di Niscemi. E’ venuta a Catania anche lei per esporre ai legali il suo caso, con varie denunce accumulate e una perquisizione e il sequestro di una macchina fotografia e del computer, nei giorni scorsi, in casa. «Anche un altro compagno ha subito una perquisizione», ricorda ai presenti. «Nuove denunce continuano a arrivare agli attivisti, soprattutto per l’ingresso in massa nella base del 9 agosto. Al momento siamo sette i legali a fare supporto ai denunciati, divisi tra Niscemi, Catania e Messina», conclude Ottaviano.
[Foto di Fabio D’Alessandro]