Gli attivisti della cittadina del Calatino che ospita l'impianto Usa dicono basta. Stanchi dell'indifferenza dei niscemesi, hanno deciso di fermare le attività di informazione e le manifestazioni fino a Natale. «Continueremo con il monitoraggio e il presidio rimarrà attivo, ma non vogliamo più rappresentare una scusa per tanti che non fanno altro che delegare», spiegano. Ad accentuare il nervosismo anche la polemica sulle bandiere di partito - di sinistra - presenti al corteo di sabato scorso a Palermo
No Muos, comitato di Niscemi in sciopero «La città non risponde, il presidio va avanti»
«Sciopero della lotta, ci rivediamo a Natale». Firmato il comitato No Muos di Niscemi. Ha lasciato il segno la manifestazione del 28 settembre a Palermo contro l’impianto militare Usa di telecomunicazioni satellitari. Le polemiche relative alla presenza di bandiere di partito e la scarsa partecipazione dei cittadini di Niscemi al corteo, hanno spinto gli attivisti della cittadina del Calatino ad annunciare uno stop delle attività per tre mesi. Basta con le manifestazioni e con i volantinaggi. «Ma non abbandoniamo la lotta – precisa Elvira Cusa, del comitato – il presidio continuerà ad essere attivo, faremo i turni e insisteremo con l’azione di monitoraggio, ma è il momento che i cittadini si prendano le loro responsabilità».
Il problema principale è proprio questo: Niscemi non risponde, la città è stanca. Ma lo sono anche gli attivisti. Soltanto due autobus, sabato scorso, sono partiti dalla città che ospita il Muos per raggiungere Palermo. «Cinquanta persone oltre alle mamme – aggiunge Fabio D’Alessandro – da anni la gente dice che bisogna andare a manifestare a Palermo e quando si presenta l’occasione resta a casa. La nostra presenza è diventata una scusa per delegare ogni cosa».
La decisione del comitato arriva in un momento delicato. I lavori per il completamento dell’impianto sono fermi, ma si attende l’arrivo della nuova gru che dovrà issare le parabole. «Non resteremo a guardare», assicurano gli attivisti a cui, nei giorni scorsi, sono state notificate sanzioni, multe e denunce per le azioni di protesta dei mesi scorsi. Quaranta in totale per essere entrati lo scorso 21 settembre nella base militare per un pic-nic. «C’erano anche anziani e insegnanti che si stavano riavvicinando al movimento dopo diverso tempo, anche loro sono stati raggiunti dalle denunce», spiega D’Alessandro.
Al clima di nervosismo hanno contribuito le critiche rivolte al coordinamento regionale dei comitati No Muos, a proposito dell’organizzazione dell’ultima manifestazione nel capoluogo siciliano. E’ stato Francesco Terranova, a nome del Movimento No Muos Sicilia ad attaccare gli organizzatori, affermando che «la scarsa partecipazione, inferiore alle altre volte, è stata dovuta alla presenza di bandiere di partiti». Di sinistra, ovviamente. «Queste organizzazioni non fanno altro che buttare fango – replica Cusa – noi non vietiamo la partecipazione ai partiti, abbiamo solo due limiti: alla testa del corteo vanno sempre le bandiere No Muos e rivendichiamo di essere antifascisti e su questo ci rifacciamo semplicemente alla Costituzione».
Il Movimento No Muos Sicilia non fa parte del coordinamento regionale dei comitati. Dopo una prima fase di collaborazione, le due realtà hanno continuato a camminare parallelamente. A dividerli una diversa visione della lotta da portare avanti: per i comitati la battaglia non è solo contro il Muos, ma anche contro tutte le guerre e la militarizzazione dell’Isola; per il Movimento a cui fa riferimento Terranova, la missione è concentrarsi sui rischi per la salute.
[Foto di associazione antimafie Rita Atria]