No Muos, comitati e Legambiente al ministro «C’è la sentenza del Tar: si blocchino i lavori»

«I lavori nella base stanno proseguendo, sotto scorta delle forze dell’ordine». E questo nonostante la sentenza del tribunale amministrativo regionale, lo scorso 13 febbraio, avesse definito «abusiva» la costruzione del Muos. Lo avevano denunciato più volte i comitati No Muos di Niscemi, che avevano anche più volte tentato di bloccare l’accesso alla base americana, senza successo. «Così la giustizia è solo carta straccia», avevano detto pochi giorni fa, sottolineando che le parabole, illuminate da una luce blu, fossero ancora in funzione. E adesso il loro appello a spegnere le parabole – supportato da Legambiente – arriva direttamente al ministro della Difesa Roberta Pinotti e all’assessore regionale all’Ambiente e al territorio Maurizio Croce

Dal 13 febbraio, scrivono i comitati assieme all’associazione ambientalista, «la sentenza regolarmente comunicata dalla cancelleria del Tar è immediatamente esecutiva in via amministrativa». Eppure «nessuna delle amministrazioni interessate ha provveduto» a eseguirla. Un comportamento «illegittimo e fonte di nuovi abusi posto che, in seguito all’annullamento delle autorizzazioni regionali e dell’avvenuta decadenza e mancato rinnovo del nulla osta paesaggistico, come riconosciuto dalla sentenza del Tar, le opere prive di autorizzazioni di qualsiasi tipo sono da considerare integralmente abusive», si legge nella nota diffusa alla stampa. E inviata, tramite posta elettronica certificata, al ministro della Difesa, all’assessore all’Ambiente della Regione Sicilia, all’azienda regionale delle foreste «quale ente gestore della riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi», e alla soprintendenza ai Beni culturali di Caltanissetta, «in quanto l’opera risulta completata dopo la scadenza del nullaosta paesaggistico mai rinnovato». Tutto questo affinché il Muos venga spento e i lavori che lo riguardano vengano interrotti.

«Nei prossimi giorni – spiegano i legali – ove l’immobilismo degli enti dovesse protrarsi, prenderemo provvedimenti più drastici nei confronti dei soggetti inadempienti. Per cercare di ovviare a una situazione di stallo e illegittimità diffusa, che appare un’autentica negazione dello stato di diritto»


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