Anche a Palermo si discuterà del vertice dei capi di Stato che si terrà il 26 e 27 maggio nella città messinese. Una scelta del governo Renzi che non è andata giù agli attivisti e alle attiviste siciliane e che «porterà a un'ulteriore militarizzazione del territorio»
No al G7, il Montevergini si mobilita contro vertice a Taormina Incontro il 19 alle 17, presente il giornalista Antonio Mazzeo
Anche Palermo si mobilita contro il G7 a Taormina. Al teatro Montevergini giorno 19 novembre alle ore 17 si parlerà della crescente mobilitazione contro il vertice dei capi di Stato insieme ad Antonio Mazzeo – giornalista da anni impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalità mafiose – e agli attivisti del comitato No Muos.
La città messinese è stata scelta come sede del prossimo G7 per le giornate del 26 e 27 maggio: una delle ultime iniziative del governo Renzi, prima delle dimissioni a seguito dell’esito del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. Una decisione che non è andata giù agli attivisti e alle attivisti siciliane, che – dopo il primo incontro il 10 dicembre ai Giardini Naxos e un secondo il 10 gennaio a Catania – proseguono con le iniziative per sensibilizzare la popolazione. Puntando il dito sulla militarizzazione del territorio che un incontro del genere porterà – per la due giorni di fine maggio è previsto l’impiego di 6300 unità di personale tra forze di polizia e forze armate .
«L’Isola ha assunto ormai un ruolo chiave – scrivono gli attivisti in una nota – nelle strategie di guerra mondiali: l’installazione a Niscemi del terminale terrestre del Muos, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare delle forze armate USA; la trasformazione della grande base di Sigonella in uno dei maggiori centri per la operazioni dei droni USA, NATO e UE; l’uso costante degli scali aerei di Trapani-Birgi e Pantelleria per i bombardamenti e le attività di spionaggio top secret in Nord Africa; i devastanti processi di militarizzazione che hanno investito Augusta (hub navale Usa e NATO),l’utilizzo strumentale di Lampedua e tanti altri esempi estimoniano la portata altamente distruttiva delle infrastrutture belliche realizzate e ampliate in Sicilia negli ultimi anni».