Nicolosi, tre minori picchiano e rapinano un disabile «Piccolo nano», il raid dopo la reazione agli insulti

Il più piccolo ha 12 anni e non è nemmeno imputabile. Gli altri, fratello e sorella, ne hanno rispettivamente 15 e 14. I tre sono entrati nell’abitazione di un disabile di 53 anni a Nicolosi, lo hanno minacciato con un martello, lo hanno percosso e gli hanno rubato oggetti di valore e contanti che custodiva in casa. Non ancora adolescenti diventati grandi nel peggiore dei modi, con alle spalle una storia di forte disagio sociale.

L’episodio risale allo scorso 3 gennaio. I tre minori hanno agito nella notte in via Dante Alighieri nel paese alle pendici dell’Etna. Mentre la ragazza rimaneva fuori a fare da palo, il 12enne e il 15enne hanno forzato il portone d’ingresso dell’abitazione dell’uomo – che soffre di un’invalidità del 70 per cento a causa di problemi di deambulazione – e, dopo averlo malmenato, hanno rubato un orologio da polso e del denaro. 

Il 53enne già conosceva i tre. L’uomo infatti, che lavora come guardiano alla villa comunale, in passato era stato preso di mira dai minori a causa della sua bassa statura e dei problemi nel camminare. Insulti, come «piccolo nano», a cui, dopo un po’ di tempo, avrebbe reagito verbalmente. Da qui il raid punitivo nella notte del 3 gennaio. I carabinieri sono riusciti quindi facilmente a individuare i responsabili grazie alla ricostruzione fatta dalla vittima e hanno comunicato al tribunale dei minori la richiesta per togliere l’affidamento alle rispettive madri. 

Per il 12enne al momento solo una semplice segnalazione. Per i due fratelli di 14 e 15 anni, invece, è già scattata la misura cautelare e sono stati inviati in due diverse comunità per minori delle province di Messina e Agrigento. Lontani dalla madre, molto conosciuta a Nicolosi e nota anche alle forze dell’ordine. La donna, che soffre di disturbi della personalità, è stata arrestata diverse volte per danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e per atti persecutori nei confronti del sindaco e di altri esponenti dell’amministrazione. Il primo cittadino avrebbe anche ricevuto messaggi offensivi attraverso Facebook e insulti durante manifestazioni pubbliche. 

Secondo i carabinieri, madre e figli vivevano «in condizioni disumane», nonostante non soffrissero di particolari problemi economici. Il padre della donna è infatti un professionista e nel corso degli anni avrebbe aiutato la figlia e i nipoti. A luglio il tribunale dei minori ha affidato i due ragazzi proprio al nonno che, però, dopo un breve periodo, ha formalmente rinunciato perché sarebbe stato ostacolato dalla donna. 


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