Nella torre F2 di uno dei principali complessi ospedalieri di Catania da molte settimane ci si arrangia alla meno peggio. L'impianto di refrigerazione è fuori uso e verrà rimesso in sesto soltanto tra fine agosto e settembre. A patire di più l'afa il reparto all'ultimo piano dell'edificio, come racconta un visitatore
Neurochirugia Cannizzaro e i condizionatori ko «Pazienti stremati portano i ventilatori da casa»
«Sono andato a fare visita a un amico e mi sono ritrovato come
in un girone dell’inferno di Dante». Siamo a Catania, lontani chilometri dalla patria dell’autore della Divina commedia, ma Angelo Mazzeo non rinuncia al paragone letterario per raccontare quanto avviene nel plesso F2 dell’ospedale Cannizzaro. L’edificio, alto otto piani, ormai da settimane soffoca nella morsa del caldo. Temperature roventi, ai limiti della sopportazione, alle quali si aggiunge un impianto di refrigerazione ormai obsoleto. «Il sistema è guasto e nelle stanze i pazienti sono costretti ad arrangiarsi con i ventilatori che portano da casa». Il testimone, che è anche segretario provinciale dei metalmeccanici dell’Ugl racconta, senza giri di parole, di «un caldo incredibile» e di vere e proprie «difficoltà addirittura per respirare».
A patire più di tutti la situazione estrema sono, ovviamente,
i pazienti dei reparti. All’ottavo piano c’è quello di Neurochirurgia. «Il mio amico si trova ricoverato da sabato e le circostanze erano già le stesse», prosegue Mazzeo. Per riuscire a sopportare l’afa, a quanto pare, si tentano alcuni espedienti. «Nelle stanze si lasciano le serrande chiuse per schermare i raggi del sole e, alla fine dei corridoi, le uscite di emergenza restano aperte, nel tentativo di fare circolare un po’ più di aria». Oltre a pazienti e visitatori, le vittime dell’anticiclone Lucifero al Cannizzaro sono ovviamente medici, infermieri e ausiliari, tratteggiati dal testimone come «professionisti esausti che si trascinano lungo i corridoi a causa del caldo».
Eppure quanto avviene al Cannizzaro non è una novità assoluta. A
essere obsoleto è tutto l’impianto dell’aria fredda del monoblocco, con gli organi competenti che hanno già fatto una gara d’appalto per rimediare. Dall’azienda fanno sapere a MeridioNews che «un primo intervento d’emergenza è stato effettuato nelle scorse settimane ma con il caldo la situazione è peggiorata». L’ottavo e ultimo piano del plesso F2 è, in realtà, il più esposto al calore, con la sua copertura che, tra l’altro, è interessata da alcuni lavori.
Scorrendo le delibere contenute nella
sezione amministrazione trasparente del sito dell’azienda ospedaliera Cannizzaro è possibile scovare una richiesta di affidamento risalente al 7 luglio scorso. Il documento del settore tecnico riguarda la procedura negoziata per l’istallazione di un «gruppo refrigerante tropicalizzato» per l’edificio F2. Macchinario con caratteristiche tecniche specifiche per luoghi con temperature comprese tra i 40 e i 50 gradi. La scadenza per la consegna delle buste, per il bando da 122mila euro, era quello del 21 luglio. Tre giorni dopo la data stabilita per prendere visione delle offerte. Tutto dovrebbe essere installato, stando alla documentazione, entro 35 giorni dalla stipula del contratto tra l’azienda e la società vincitrice. Cioè quando il mese d’agosto sarà ai titoli di coda. Il 26 luglio scorso il Cannizzaro ha reso nota l’aggiudicazione provvisoria della gara in favore della ETT di Felice Torrisi. Adesso, come da delibera, si aspetta il provvedimento aziendale per l’aggiudicazione definitiva e all’orizzonte trapela il rischio di arrivare a settembre.
Il Cannizzaro tuttavia è soltanto l’ultimo degli ospedali cittadini che devono fare i conti con malfunzionamenti e problemi legati agli impianti. Soltanto qualche giorno fa avevamo raccontato la vicenda dell’unità di Anatomia patologica al Policlinico di via Santa Sofia. Dove si lavora tra svenimenti e test da ripetere più volte.