Il governatore Rosario Crocetta ottiene la possibilità di portare la spazzatura oltre lo Stretto, anche all'estero a fronte dell'impegno all'incremento della differenziata del tre per cento entro fine anno. Ma soprattutto tramonta l'ipotesi di impianti di combustione più piccoli
Nessun commissario e rifiuti fuori dalla Sicilia Regione cede a Roma, sì a due inceneritori
L’accordo c’è. Certo, Rosario Crocetta anche questa volta torna a casa col premio di consolazione, ma almeno è riuscito a scongiurare la sicura emergenza rifiuti a partire dal prossimo primo giugno. Non ci sarà nessun commissario straordinario per i rifiuti, come invocato a gran voce dal governatore e dall’assessore Vania Contrafatto.
In compenso, Crocetta porta a casa la possibilità di conferire rifiuti in altre Regioni (stringendo, quindi, accordi con altri governatori), di bandire gare europee per il conferimento in discariche al di fuori dei confini dello Stivale, impegnandosi in cambio a innalzare i livelli di differenziata almeno del tre per cento e a realizzare i due inceneritori previsti dal decreto Renzi. Non quindi sei più piccoli, proposta che il governo regionale aveva tentato di portare avanti, ma due per smaltire complessivamente 700mila tonnellate. Soddisfatta la renziana a capo dell’assessorato all’Energia, Contrafatto, secondo cui si tratta di «un importante attestato di fiducia e cooperazione da parte del governo nazionale, che ha ancora una volta mostrato attenzione e sensibilità per la realtà siciliana».
Decisamente più critica Legambiente, secondo cui le notizie che arrivano da Roma «confermano il totale fallimento della Regione, sia sulle cose non fatte che sulle sue proposte per cominciare a risolvere il grave problema». Secondo l’associazione ambientalista, sarebbe una fortuna il fatto che palazzo Chigi non abbia accolto «la reiterata e inconcludente richiesta di stato d’emergenza e quindi di poteri speciali». Secondo il presidente regionale dell’associazione ambientalista, Gianfranco Zanna, la Regione «debole e inconcludente ha dovuto subire una mortificazione nell’individuare il ridicolo obiettivo d’incremento del 3 per cento in un anno della raccolta differenziata e l’obbligo di progettare due inceneritori voluti dal governo Renzi e spacciati nuovamente come la soluzione del problema. Da parte nostra – aggiunge – continueremo a impegnarci perché finalmente si organizzi una seria e spinta raccolta differenziata, si finiscano gli impianti per una gestione virtuosa e completa del ciclo dei rifiuti e ci mobiliteremo, con sempre più energie, per impedire la realizzazione degli inutili e dispendiosi inceneritori».
Pioggia di critiche anche dai Cinque Stelle, secondo cui «tutto questo era programmato, come avevamo dichiarato a gennaio scorso: discariche sature, rifiuti fuori dalla Sicilia e spese per impiantistica dannosa per l’ambiente che, nella migliore delle ipotesi, entrerà in funzione tra quattro o cinque anni. Qui si concretizza il completo fallimento del governo Crocetta, che solo per quanto fatto nel settore dei rifiuti dovrebbe dimettersi».