Nell’inferno di Melilli mancava solo il radar israeliano anti-migranti…

Può capitare che per tanti anni tu sia costretta, per motivi di lavoro, a percorrere la stessa autostrada, due, tre, quattro volte, ogni settimana. Può capitare che quel nastro d’asfalto diventi talmente familiare che neanche ti accorgi più di percorrerlo. E, così, presa dai tuoi pensieri, lasci che l’auto ti porti e ti conduca lei a destinazione.
Poi, un giorno, capita che tu decida di fermarti in un autogrill a mangiare un boccone e, magari, di far lavare la macchina. E, allora, ti soffermi un po’ di più a guardare il paesaggio: tutto ti aspetteresti tranne di vedere ciò che vedi…
Eppure, eri sicura che quelle antenne te le fossi lasciate alle spalle qualche settimana fa a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Le 47 antenne del M.U.O.S. contro le quali hai manifestato per tre giorni, con la tua bandiera siciliana e la maglietta “NO MUOS”, spinta soltanto dal desiderio di giustizia per una popolazione e per un’isola intera costretta a subire gli influssi malefici di quelle radiazioni. Manifestazioni, raccolta di firme, proteste per chiedere a viva voce che queste antenne vengano tolte da quella meravigliosa area protetta della sughereta di Niscemi….
E ora? Che diavolo ci fanno quelle antenne, su quel monte, proprio alle spalle di una Melilli, già martoriata dai vapori venefici delle raffinerie di Priolo?
Provi a chiedere al lavagista ma lui non ne sa niente. Chiedi ad altri avventori del distributore di benzina, ma nessuno ne sa nulla. Sei una donna e la curiosità è insita nel tuo DNA, devi sapere!
Riprendi la macchina, imbocchi lo svincolo per Melilli e sali verso il paese. Non conosci la strada, devi orientarti a naso e come un cane da caccia, punti la preda e vai…davanti a te un bivio, dritto vai per Melilli, a destra Palombara…..si, devi andare a destra.
Percorri una stradina semi sterrata fra due muretti bassi, oltre i quali c’è solo campagna incolta e alberi carichi di mandorle ancora giovani per essere raccolte… a destra tre cani accucciati in terra dormono tranquilli, a sinistra una mucca bianca e, nascosto sotto il suo grembo, un vitellino giovanissimo. Scendi dall’auto, scatti una foto, due… poi ti giri e in fondo alla stradina, inequivocabile, un cancello e ai lati due ancore blu grandi sembrano dirti: “Alt, zona militare, divieto d’accesso , sorveglianza armata”…. Non sembra: te lo dicono davvero!
Chiami un’amica, come Manuela, e le chiedi di cercare la località: hai bisogno di notizie, risali in macchina e ti dirigi verso il paese, devi capire la gente cosa sa, cosa ne pensa…
Poi Manuela ti richiama, quello che ti legge è sconfortante….
“Si tratta di radar di produzione israeliana, l’azienda che li realizza si chiama Elta System, che fa parte di IAI, la Israel Aerospace Industries, e sono stati acquistati dalla Guardia di Finanza grazie alle risorse del “Fondo europeo per le frontiere esterne”, programma quadro 2007-08 contro i flussi migratori, cioè un piano internazionale per l’avvistamento ed il respingimento dei migranti che si possano presentare in prossimità delle nostre coste anche su piccolissime imbarcazioni. Tutto l’affare frutterà varie decine di milioni di euro alla Elta System e alla sua rappresentante italiana, l’Almaviva, che vede anche la RAI e Assicurazioni Generali tra i propri azionisti.” Peccato che in quel tratto di mare non ci siano mai stati sbarchi di clandestini….. guarda quanto è utile quel radar!!!
“Questi radar, sono, come c’era da aspettarsi, molto dannosi e pericolosi per la salute dell’uomo, delle piante e degli animali che si troveranno nell’amplissimo spettro di onde elettromagnetiche (da Carlentini a fin oltre Siracusa…) emesso dalle antenne che, una volta ultimate (io ne ho contate 8 ma non sò quante siano con esattezza…) sono alte 36 metri ed erette su enormi piattaforme di calcestruzzo e fornite di cabine che serviranno a contenere gli apparati di trasmissione.” 
Questo radar era stato già completamente montato, in Sicilia, a Siracusa, nella bellissima area marina protetta Plemmirio. Lì, ben presto, erano scoppiate le proteste degli abitanti ma, in questo caso “grazie” all’interesse dell’ex ministra dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, il radar è stato spostato in un altro posto, precisamente nella zona di Palombara (territorio del Comune di Melilli) sito che evidentemente ha “meno santi in paradiso”….
Vado in paese, parlo con la gente. Si mi dicono, hanno protestato anche i sindaci della zona e mi domando perchè questi sindaci diventino così solerti e attenti e protestino sempre e solo dopo che i mostri vengono installati e mai prima? Sono così veloci i signori della guerra???
Un vecchietto seduto su un muretto, sorride e mi dice: “Cà am’ha fattu schifiu…e avianu rittu ca i levavunu tutti ma du misi fa ni muntanu n’autra….“. Io gli chiedo: un’altra cosa? un’altra antenna?. E lui mi risponde, divertito dalla mia ingenuità: “Sissignora !!!” E, poi, ridendo mi dice in un italiano incerto. “Diciuno ca fannu mali… ma chi mali ni ponu fari, c’avemu a Priolo da’ sutta…”. Priolo, fabbrica di deformazioni, malattie e morti… Lui non sa che le radiazioni di radar e antenne coprono a mò di cappello tutta la zona, si fondono con quelle del M.U.O.S. di Niscemi e devastano la nostra terra e la nostra gente… Lo lascio sorridente, scatto un pò di foto, stasera racconterò a Manuela e agli amici del M.I.S. il mio insolito pomeriggio fra mucche, vitelli e…morte.
*di Daniela Giuffrida
Attivista MIS – Movimento per l’Indipendenza della Sicilia


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