Nelli Scilabra? Parla, parla, parla, parla parla, parla, parla, parla, parla, parla, parla, parla…

ANNUNCIATA UNA RIFORMA DELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE CHE NON C’E ANCORA. CONTENUTI CHE NON CONVINCONO. “E INTANTO IL TEMPO SE NE VA E NON TI SENTI PIU’ BAMBINA, SI CRESCE IN FRETTA ALLA TUA ETA, NON CE NE SIAMO ACCORTI PRIMA…”

Sembra una profana litania, quella che si apprende dalle parole dell’assessore nELLI Scilabra, intervistata dal quotidiano online Siciliainformazioni.com. Se fosse una preghiera per risollevare le anime in pena dei lavoratori condannati alla povertà da un sistema malato, la potremmo pure capire, ma il ripetere sempre le stesse cose lascia il tempo che trova e congela ogni proposito risolutivo.

Sui pagamenti agli enti , ci risiamo con le barzellette.

“Il 25% della seconda annualità abbiamo già cominciato ad erogarlo, ma se gli enti non ci fanno la richiesta come facciamo?”.

Queste parole, dette dalla Scilabra e riportate dal citato quotidiano, suonano come una beffa. La stragrande maggioranza degli enti formativi ha già presentato da alcune settimane la richiesta di prima anticipazione, pari al venticinque per cento, a valere sulla seconda annualità dell’Avviso 20/2011, finanziato con il Piano giovani.

Eppure l’assessore Scilabra continua a dichiarare altro. Sembra proprio che non vi sia dialogo tra l’assessore alla Formazione professionale e gli uffici comandati dalla dottoressa Anna Rosa Corsello. Oppure siamo sempre alle solite, scaricare sugli enti i ritardi dell’amministrazione regionale. O forse la verità è un’altra: far scoppiare il sistema formativo per spazzare via tutto e tutti ricostruendolo a proprio piacimento? L’assessore è a conoscenza che è stato pubblicato sul sito istituzionale l’elenco dei pochissimi enti che hanno già incassato la prima anticipazione del Piano giovani?

Non ci stanchiamo di scrivere che forse sarebbe molto meglio che l’assessore Scilabra spieghi quali sono i reali motivi dei mancati pagamenti agli enti, assumendosi per una volta la responsabilità per il ruolo che ricopre? L’Unione europea ha raccomandato allo Stato italiano ed alla pubblica amministrazione di rispettare i tempi di erogazione di contributi e finanziamenti ai privati. In Sicilia però sembra lettera morta.

Non sarebbe più semplice pagare nel settore della Formazione professionale entro trenta giorni dalla richiesta? Certamente si eliminerebbero le strozzature e gli enti potrebbero regolarizzare il riconoscimento delle spettanze ogni fine mese ai propri dipendenti. Così facendo però probabilmente potrebbe sfuggire a certa politica il controllo sul settore e sui lavoratori. Si è mai chiesto l’assessore Scilabra quali effetti possa provocare per un ente formativo un pagamento effettuato con otto mesi di ritardo?

Ritorniamo a precisare cosa è stato pagato ad oggi. Sul finanziamento della seconda annualità del citato Avviso 20 di 220 milioni di euro, l’amministrazione regionale ha già provveduto a pagare circa sette milioni. Gli enti formativi, inoltre, possono provvedere ad avanzare richiesta di pagamento sulla scorta del via libera degli uffici dell’assessorato e non a piacimento.

Dei ritardi nella gestione degli uffici perché non se ne parla? La Corsello è stata ripremiata dal presidente Crocetta con l’incarico, conferitole nei giorni scorsi, diretto al dipartimento Formazione professionale, fino a qualche giorno fa ricoperto ad interim. È il giusto premio per cosa? Per aver gestito gli uffici in maniera inadeguata, per aver accumulato ritardi mostruosi nelle procedure di avvio delle attività, di pagamento agli enti, di rendicontazione finale dei corsi? In questo momento ci sarebbero solamente tre funzionari addetti alla emissione dei mandati di pagamento per l’Avviso 20 e solamente in due dovrebbero emettere i titoli di spesa sull’Avviso 19/2011 relativo alla prima e seconda finestra del’Oif. La Corsello se ne rende conto?

È così che si gestisce il Servizio gestione? A che scopo “bivaccano” tutti i contrattisti delle società di assistenza tecnica negli uffici del Servizio gestione? L’intento è di far gestire a soggetti esterni all’amministrazione le pratiche delicate di pagamento degli enti oppure cosa? E poi, ci chiediamo, come li fa i conti la Scilabra? Fare un forfait di tutto non è sinonimo di chiarezza. Mettere insieme pagamenti di diversi anni al solo scopo di dimostrare che si è erogato non aiuta a chiarire come stanno le cose.

Qualcuno dovrebbe informare il giovane assessore, laureando in giurisprudenza e non in economia, che i conti vanno fatti per anno di competenza. Sulla piaga delle rendicontazioni, ferme al palo, perché non se ne parla? Eppure era uno degli obiettivi fissati l’anno scorso dal presidente Crocetta per inebriare di chiarezza e trasparenza il settore. Del mancato raggiungimento del risultato, che appesantisce gli enti formativi di ulteriori costi non rendicontabili che si ripercuotono sui lavoratori, chi pagherà?

L’assessore ha denunciato che “Nell’Oif si nascondono ancora meccanismi allucinanti”, a cosa si riferiva? Se vi sono irregolarità perché le annuncia e non attiva i percorsi previsti dalla legge per stanare eventuali reati o comportamenti illeciti. Sull’Oif possiamo ricordare che dal 2007 ad oggi non esiste uno stralcio di rendiconto chiuso. Al ritardo ereditato dal passato si aggiunge anche quello registrato sotto la sua gestione. Questo è un dato di fatto inconfutabile. A quali semplificazioni amministrative si riferisce l’assessore? I ritardi si sono amplificati, latro che destrutturazione della burocrazia.

Inoltre, la Scilabra ha affermato di aver smantellato “un sistema illegittimo costruito per commettere ruberie vere e proprie”. Dalle parole sembra dedursi che l’intero sistema fosse fuorilegge. Da quanto è emerso dalle cronache degli ultimi mesi sarebbero meno di quindici gli enti formativi sottoposti a de finanziamento per misure cautelari dell’autorità giudiziaria, rispetto a diverse centinaia di enti che operano nel sistema formativo regionale. Qual è la verità? Sono tutti ladri oppure, come succede in ogni settore dell’economia, una parte limitata può averne approfittato e quindi è giusto che paghi?

L’assessore ha parlato poi di un Piano giovani riprogrammato con la centralità rivolta ai giovani senza l’interlocuzione di soggetti esterni con la previsione di utilizzo del fondo per start up d’impresa, tirocini, apprendistato e co-working. Pur riconoscendo la validità degli strumenti per sostenere l’avvio di azioni volte a favorire la nascita di una nuova classe imprenditoriale in grado di affrontare le sfide dell’economia globale attraverso lo sviluppo di iniziative a supporto dello start-up d’impresa e la promozione di azioni formative ed esperienze di tirocinio in un’ottica di orientamento all’imprenditoria e all’autoimprenditorialità, ci chiediamo cosa c’entra l’assessore Scilabra in tutto ciò?

Gli istrumenti di politica attiva a cui ha fatto riferimento nell’intervista, ai quali possiamo aggiungere anche la formazione continua, gli incubatori d’impresa e l’orientamento al lavoro, riguardano le politiche attive del lavoro che in Sicilia, fino a prova contraria, afferiscono alla delega dell’assessore alla Famiglia, Ester Bonafede. Ci siamo persi qualcosa? È confusione per inesperienza e poca conoscenza delle materie o cos’altro? Sembrerebbe che la Scialbra voglia sostituirsi alla Bonafede, perché? Sono forse le prove tecniche di un rimpasto di governo con la Scilabra in pole position all’assessorato al Lavoro?

In merito al disegno di legge in dirittura di arrivo di riforma del settore, richiamato dalla Scilabra, non è una notizia, dato che è stato più volte annunciato e mai presentato in Assemblea regionale siciliana (Ars). Una maniera per prendere sempre tempo rispetto ad una assenza di programmazione dei fondi residuali che mette a dura prova la prospettiva futura del sistema formativo regionale.

Si è parlato anche della “creazione di un’Agenzia unica, mettendo a sistema il modello Ciapi di Priolo. Una parte della formazione dovrà essere gestita in “house” dalla Regione, com’è altrettanto pacifico che settori come l’obbligo formativo rimangano in mano ai privati”. Questel aparole dell’assessore sull’argomento. Dato per assodato che la formazione ai minori in obbligo scolastico continuerò ad essere affidata ai privati, non convince il resto. L’Agenzia unica cosa dovrebbe essere, un organismo che dovrebbe occuparsi di collocare il personale? Od anche un Ente pubblico che gestisce l’attività formativa?

Ed in tal caso con quali mezzi, strumenti, attrezzature e logistica? Se la logistica dovrebbe riferirsi alle scuole pubbliche, sarebbe meglio prima ristrutturarle ed adeguarle agli standard di sicurezza, visto che in tante sono ancora oggi in regime deroga. Quello pensato dai lavoratori è un’Agenzia unica dove far transitare tutti gli operatori della formazione professionale assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2008 e garantire loro il livello occupazionale. Pensare ad un Ente che dovrà gestire l’attività formativa è altra cosa. Intanto, bisognerebbe modificare la legge n.24 del 6 marzo 1976 che prevede all’articolo quattro, primo comma, lettera c) l’affidamento a privati accreditati e senza scopo di lucro, che abbiano per fine la Formazione professionale. E poi non si può tralasciare lo stop che sarebbe arrivato dall’Unione europea sul progetto pensato dal Governo Crocetta.

Pare, da indiscrezioni assunte, che l’Agenzia si possa creare solamente se finanziata con le risorse regionali. Ed ancora, sembrerebbe arrivare sempre da ambienti comunitari la precisazione che in house si possa gestire solamente fino al massimo del quindici per cento del monte ore messo a bando. Il che in cifre significherebbe una somma non superiore a trentacinque milioni di euro.

Viene da chiedersi se tutte queste dichiarazioni siano condivise dal presidente Crocetta,visto che gli effetti alla fine si ritorcono su colui che rappresenta in Sicilia l’esecutivo. Non farebbe meglio il presidente Crocetta s prendere in mano la situazione? Intanto la sensazione che emerge ad ogni apparizione della Scilabra in televisione o sui giornali è quella di una confusione imperante che non fa per niente bene al settore, sempre più lontano da una pace sociale. Sempre più emerge la consapevolezza che da questo modo di gestire il settore prima o poi possano registrarsi forme disarticolate di reazioni da parte dei lavoratori.


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