Nel palazzo abbandonato in viale Bernini «Duecento abitanti rischiano lo sgombero»

Sono 150, forse 200 persone, tante sono le donne e molti i bambini piccoli. Sono loro gli occupanti abusivi dello stabile abbandonato di proprietà del Comune in viale Gian Lorenzo Bernini, a Catania. I primi occupanti sono arrivati a gennaio, ma adesso hanno paura di essere buttati fuori: la voce di uno sgombero imminente si è diffusa in questi giorni e, nonostante la disponibilità a parlare, una certa dose di diffidenza verso le videocamere è evidente. «Non riprendermi in faccia, il capo mi potrebbe riconoscere, non sa che abito qui, è convinto ci sono i drogati, lo ha letto sul giornale», chiede Dino, che ha 21 anni e un figlio di quattro mesi. Arrivato tre anni fa dalla Bulgaria, Dino parla perfettamente l’italiano, pochi giorni fa è apparso in un video del collettivo politico Aleph, e di mestiere fa il muratore. Ma non riesce trovare lavoro, anche solo a giornata per «30 o 35 euro». E quindi per vivere raccoglie con un vecchio motorino il ferro in giro per la città, smontando tutto quel che trova, dai vecchi televisori alle lavatrici, rivendendo il metallo nel vicino quartiere di Picanello. Non guadagna molto Dino, ma sorride, soprattutto pensando a poco tempo fa: «Fino a un mese fa abitavo nelle baracche di corso dei Martiri, ma appena ho potuto sono venuto qui. Lì c’è troppo caldo e sporcizia, e non voglio tornarci».

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=qr_IDvIxmKs[/youtube]

Di sbandati, nel palazzo di viale Bernini, «non ce ne sono, solo famiglie con tanti bambini, che vengono per la maggioranza dalla Romania e dalla Bulgaria, molti sono Rom», sostiene Federica Frazzetta, studentessa catanese, che fa parte del collettivo Aleph, composto giovani studenti e lavoratori. Lei, come Dino, ha 21 anni, e quando può viene a dare una mano ai residenti. Confermandone le paure: «Rischiano di essere buttati fuori da un momento all’altro, secondo le indiscrezioni che abbiamo ricevuto». Il collettivo è nato a gennaio, con l’occupazione lampo della residenza universitaria Scuderi. «Poco tempo dopo l’occupazione, abbiamo letto di questo palazzo, a due passi dalla ricca zona di piazza Michelangelo, acquistato dall’amministrazione comunale nel 1998 e da allora rimasto abbandonato», racconta Federica, che con gli altri membri del collettivo – «siamo una decina di persone» – ha pian piano preso confidenza con gli occupanti, aiutandoli in intere giornate di pulizia dei portici e degli appartamenti. «C’erano carcasse di motorini e ogni genere di spazzatura. Ma quello che non abbiamo mai visto, sono le siringhe», commenta Federica che denuncia il trattamento riservato dai media agli occupanti dello stabile. «Il palazzo è sempre stato descritto come ritrovo per i tossicodipendenti, e le famiglie che ci abitano come composte da ladri – continua Federica – In consiglio comunale i consiglieri Daniela Raciti del Pd e Salvo Di Salvo del Mpa così come il presidente della seconda municipalità lo hanno persino descritto come la fonte del degrado dell’intero quartiere. Che non gode certo di una buona fama», commenta Federica che, per smentire le voci, ci accompagna all’interno dell’edificio.

Non è un residence di lusso il palazzo Bernini ma, a dispetto dell’aspetto esterno, gli appartamenti sono in condizioni meno gravi di quanto si possa presupporre. E subito ad accoglierci, al primo piano, è una giovane donna bulgara, arrivata un mese fa da corso dei Martiri come Dino ed intenta nelle pulizie di casa. Si scusa perché «qui è difficile mantenere pulito, l’acqua dobbiamo prenderla alla fontana in piazza». Vorrebbe parlarci, farsi riprendere per un’intervista video, ma il marito non le concede il permesso. Nella palazzina accanto invece gli abitanti sono rumeni, e si sono stabiliti qui già da inizio anno. Gabriela ci mostra la sua stanza, arredata con cura e molto pulita. C’è un grande letto matrimoniale, le tende bianche, due piccoli divani. Ha appena finito, anche lei, di passare lo straccio a terra e il marito gioca con uno dei tre figli piccoli. Con loro vive la suocera: appena vede la videocamera va in escandescenze. «Ha paura che voi rivendiate le immagini dei bambini, mettendoli in pericolo», traduce Gabriela, che si scusa, ma per non intaccare l’armonia familiare preferisce anche lei non farsi inquadrare in volto.

Quale il destino dello stabile? Lo abbiamo chiesto al neo assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Marletta, che dichiara: «L’edificio è già da un anno nella lista degli edifici disponibili, destinati alla dismissione in quanto non necessari all’amministrazione comunale». Per il palazzo di viale Bernini, composto in realtà da quattro palazzine più piccole unite da una grande terrazza in pessime condizioni, si sono già svolte due aste, entrambe andate deserte, per una base di 7 milioni di euro. «Le cifre ricavate dalla vendita verrano utilizzate per ristrutturare e adeguare simsicamente i molti edifici, soprattutto in centro storico, che invece l’amministrazione ritiene necessari». Intanto, sotto i portici di viale Bernini, tre bambini giocano felici con un cane, mentre degli uomini armeggiano con delle vecchie auto. E la nonna dei piccoli, intenta nelle pulizie, li sgrida in rumeno: «State attenti» o qualcosa di simile.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

«Abito qui da un mese, prima stavo nelle baracche». Dino, un ragazzo bulgaro di 21 anni, è felice della sua nuova casa dentro lo stabile abbandonato di viale Bernini, a Catania, dove vive con la moglie e il figlio di quattro mesi. Ma per Federica, che fa parte dal collettivo Aleph, «adesso c'è il rischio che le persone che abitano qui vengano sgomberate e buttate in mezzo alla strada». Acquistato nel 1998 dall'amministrazione comunale, e abbandonato da allora, l'edificio è stato messo all'asta per 7 milioni di euro. E nessuno lo vuole

«Abito qui da un mese, prima stavo nelle baracche». Dino, un ragazzo bulgaro di 21 anni, è felice della sua nuova casa dentro lo stabile abbandonato di viale Bernini, a Catania, dove vive con la moglie e il figlio di quattro mesi. Ma per Federica, che fa parte dal collettivo Aleph, «adesso c'è il rischio che le persone che abitano qui vengano sgomberate e buttate in mezzo alla strada». Acquistato nel 1998 dall'amministrazione comunale, e abbandonato da allora, l'edificio è stato messo all'asta per 7 milioni di euro. E nessuno lo vuole

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Leonardo Caffo, catanese. Fumettibrutti (Josephine Jole Signorelli), catanese. Fulvio Abbate, palermitano. La Sicilia contro Chiara Valerio. È la Sicilia, infatti, a essersi resa protagonista dell’abbattimento delle statue raffiguranti Chiara Valerio, iniziando la rivolta contro il regime amichettistico sotto il quale viviamo.Ricapitolando.Chiara Valerio, scrittrice, editrice, attivista, radiofonica, televisiva, premiata, capa assoluta di una certa parte del […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]