Nel cuore dei siciliani, al primo posto, c’è Maria, la Madre di Gesù

E’ stato presentato ,nel corso di una conferenza stampa, nella Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, a Palermo, il volume su “Festività Patronali e Turismo in Sicilia” di Michele e Antonino La Tona (nella foto sotto a destra) edito da Mela Cult Edizioni.

“Attraverso le pagine di Festività Patronali e Turismo in Sicilia – dicono i due autori – abbiamo voluto raccontare la Sicilia,il suo patrimonio di fede, la sua storia, le sue istanze culturali, i suoi beni artistici e monumentali,le sue tradizioni, l’identità del suo territorio”.

La pubblicazione, in italiano ed inglese, ha censito 456 feste patronali nei 390 Comuni siciliani ed inoltre ha registrato ed inserito altre 568 ricorrenze religiose (comprendenti anche le festività del Santo Protettore, cosa diversa dalle festività del Santo Patrono) significative esistenti in Sicilia per un totale di ben 1.024 appuntamenti religiosi contenuti nel libro. Sono state realizzate per ogni singolo Comune schede con le caratteristiche della festività,curiosità, itinerari culturali e turistici, riferimenti organizzativi.

Il volume è illustrato da oltre 300 fotografie riguardanti le feste patronali, le ricorrenze religiose, immagini dei Santi, le processioni, i siti di maggiore interesse, i santuari, le chiese, le abbazie, i luoghi di culto che appartengono alla storia e a alla cultura religiosa siciliana.

Da una rapida analisi sui Santi Patroni c’è da dire che è Maria, Madre di Dio, Madre di Gesù, la Santa maggiormente presente nelle festività patronali in Sicilia.

Il culto mariano nelle varie declinazioni che assume risulta essere ben radicato nella fede, nella devozione,nella credenza dei siciliani. I cattolici, a tale proposito, si rivolgono a Lei con molti titoli: Madonna, Maria Vergine, Maria Immacolata, Maria Assunta che fanno riferimento alle definizioni dommatiche, mentre moltissimi altri titoli si riferiscono a luoghi o eventi di particolare devozione come Madonna di Lourdes, di Fatima, di Tindari, della Milicia, Maria Consolata, Maria Ausiliatrice, Maria SS. dei Miracoli, Madonna del Rosario, Madonna della Lettera….

La ritroviamo infatti per 103 volte nelle feste religiose che accompagnano il cammino di religione, storia, tradizione dei nostri Comuni e dei suoi abitanti. Nelle Festività da noi censite è la Madonna delle Grazie che risulta essere presente 11 volte (il dato totale di 103 è la sommatoria di tutte le festività legate al culto mariano nelle varie denominazioni) seguita dalla Madonna del Carmelo (10), Madonna dell’Annunziata (8), Maria Assunta (6). Santa Rosalia, patrona di Palermo, è festeggiata per 8 volte in terra siciliana.

Analizzando i diversi dati raccolti ci accorgiamo che in Sicilia è altresì fortemente avvertito il culto giuseppino dedicato a San Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù. San Giuseppe è “festeggiato” come patrono in ben 33 Comuni. Alla Festa di San Giuseppe sono consacrate diverse tradizioni devozionali.

Tra i Santi che suscitano grande interesse e partecipazione ci sono il Santissimo Crocifisso (18 festività), San Nicola di Bari (17), San Sebastiano (13), Sant’Antonio da Padova (12), San Vito (11), Sant’Antonio Abate (10), San Calogero (9), San Giorgio e San Biagio (8), San Rocco (7), Sant’Anna, San Michele, San Leonardo (6). I Santi presenti nelle Festività Patronali sono 155.

Nella ricerca è emerso che le feste patronali sono sempre state apprezzate ed amate dalla popolazione quasi come in un vincolo viscerale e simbiotico: infatti, accanto al loro profondo senso religioso esse custodiscono una parte pagana di tradizioni, usi e costumi e sono costantemente considerate opportunità per far conoscere più a fondo le nostre realtà locali, i suoi luoghi, i suoi siti, il suo patrimonio. (a destra, foto di Mario Cucina)

“Festività – sottolinea Antonino La Tona – che sono un crogiuolo di passione, fede, tradizione, storia, usanze, devozione, partecipazione popolare, competizione, religiosità, aggregazione, entusiasmo, credenza: uno scenario completo di suggestioni e coinvolgimento da parte di quanti vedono nella manifestazione uno dei momenti più importanti della vita di relazione di un paese, una città, una borgata, un quartiere, una contrada, una frazione”.

Il libro pone l’accento anche sul ricchissimo patrimonio artistico di cui è dotata la Sicilia e che vede la Chiesa custode e depositaria di beni culturali di inestimabile valore: opere d’arte, sculture, mosaici, tele, affreschi, santuari, eremi, capolavori, oggetti preziosi, ex-voto, paramenti sacri, musei, opere di artigianato sacro, quadri, tesori inestimabili.

Luoghi, siti, spazi, conventi, monasteri abbazie, santuari, eremi fonte di interesse per quanti amano conoscere,visitare,apprezzare,attraverso una proposta di turismo diversificata la Sicilia.

Con le festività che si rivelano altresì fonte di attrattiva turistica (il “Festino” a Palermo, i “Misteri” a Trapani, la Settimana Santa a Caltanissetta, la festa di Sant’Agata a Catania, la Festa di Santa Lucia a Siracusa…).

Nel lungo itinerario compiuto “Festività patronali e Turismo in Sicilia” ha registrato che la fede e lo slancio devozionale si manifestano anche nei dolci e nei piatti tipici della festa: i “panarelli” di Caltagirone, la “cuccia” di Santa Lucia a Palermo e Siracusa, le “olivette”di Sant’Agata e i “minnuzzi di vergini” di Catania, i “sfinci di San Giuseppe, i “biscotti di San Martino”, gli “nzuddi” per la festa della Madonna della Lettera di Messina, i “calia ruci” per San Giorgio a Ragusa Ibla, l’Agnello pasquale a Favara, il “Tagano” del Sabato Santo ad Aragona, i “Cuddura”di San Paolo a Palazzolo Acreide ne sono esempi.

Ma ha anche registrato, tra l’altro, che Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, ha ben 19 festività religiose, c che Motta d’Affermo, in provincia di Messima, con 825 abitanti ha 11 festività, che Roccavaldina festeggia il Santo Patrono San Nicolò di Bari ogni cinque anni e non oltre i cinquant’anni, che esistono Santi Patroni, quando sono più di uno, festeggiati a turno, che San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, patroni d’Italia, sono festeggiati soltanto una volta in Sicilia, che non sempre il giorno del Santo Patrono in calendario corrisponde con il giorno del festeggiamento,che in talune occasioni il Santo ha un doppio festeggiamento, in inverno ed in estate, per consentire agli emigranti di essere presenti.

Un percorso, quello compiuto da “Festività Patronali e Turismo in Sicilia” che partendo dalle festività patronali, autentico contenitore di emozioni, ha voluto mettere in evidenza i molteplici aspetti legati alla cultura e alla tradizione religiosa in Sicilia che viene, peraltro, sottolineata anche dall’inserimento di oltre cinquanta festività patronali e ricorrenze religiose nel REI, il Registro Eredità Immateriali istituito dalla Regione Siciliana.

Gli autori ritengono in conclusione che “nonostante una secolarizzazione che si è compiuta, anno dopo anno, con momenti coreografici, scenografici e di contenuti cosiddetti ‘pagani’ il radicato valore religioso della festività patronale, che racchiude in sé anche i connotati e le peculiarità del ‘fare festa’, è rimasto immutato nell’animo della gente, con il suo carico di fede, di condivisione verso il sacro e la spiritualità , di giubilo,di amore verso il Creatore”.

 

 


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