Nel 2021 quasi una legge siciliana su due è stata impugnata Ciancio: «Numeri impietosi per un sistema che contestiamo»

Nel corso del 2021 16 leggi regionali sulle 35 emanate sono state impugnate dallo Stato. È singolare il record messo a segno dalla Regione Siciliana, che si piazza al primo posto in questa poco edificante classifica. A renderlo noto è uno studio portato avanti dai parlamentari regionali del Movimento 5 Stelle, che si è basato sui dati pubblicati dal dipartimento per gli Affari generali e le autonomie della presidenza del Consiglio dei ministri. «Questo nostro lavoro – spiega a Meridionews la deputata Gianina Ciancio – è iniziato dalla constatazione che praticamente ogni legge proposta dal governo che viene approvata in assemblea viene quasi puntualmente raggiunta da un’impugnativa. Ma anche rispetto a determinati dibattiti in aula, alcuni dei quali molto accesi, con gli assessori, che spesso hanno ribadito con arroganza le loro posizioni di fronte a nostre semplici constatazioni. Abbiamo voluto dimostrare che le nostre di posizioni non erano di principio, ma erano supportate dai fatti e dai dati pubblicati sul sito del ministero».

In percentuali, il primato nazionale è stato conseguito con l’avvenuta impugnazione del 45 per cento delle leggi. La seconda regione in questa particolare classifica è il Molise, con più della metà di leggi in meno (il 20 per cento), seguono Sardegna (19,4 per cento) e Abruzzo (15 per cento). Ed è l’assessore al Bilancio Gaetano Armao invece a trionfare nella classifica dei proponenti con il maggior numero di leggi impugnate, 12, seguito con distacco da Toto Cordaro a cui di leggi ne sono state contestate dallo Stato solo otto. «In questa legislatura ci sono state 38 leggi impugnate su 129 – si legge nel report pentastellato – con una percentuale di impugnate del 29,45 per cento. Neanche sotto il governo Crocetta si era arrivati a tanto: nella legislatura precedente, le leggi impugnate sono state 24 su 133 (18,04 per cento)».

«Numeri impietosi – continua Ciancio –  soprattutto se confrontati con le altre regioni. Fin dal primo anno di legislatura abbiamo contestato il sistema dell’emendamento dell’ultimo minuto. Un metodo folle che inevitabilmente porta a impugnative. Anche perché ogni impugnativa è uno schiaffo in faccia a tutta la politica regionale, non soltanto al Governo o all’Ars». Metodo dell’emendamento all’ultimo minuto che tuttavia è stato usato proprio dall’opposizione, che quasi a sorpresa, complice parte di maggioranza, ha piazzato il colpo che blocca le nuove nomine in capo al governo regionale fino alle prossime elezioni. «In quel caso l’emendamento aveva avuto approfondimento da parte degli uffici e di tutti i gruppi parlamentari – risponde la deputata – Ci sono alcuni atti che sono politici, e c’era il governo che insisteva su tantissime nomine a pochi mesi dalla fine legislatura. La cosa grave è che queste nomine ci arrivavano in commissione, ma passavano tutte col silenzio assenso, perché mancava spesso la maggioranza e non arrivavamo neanche mai a votarle».


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