Lavoratori sul piede di guerra, mentre Luca Sammartino difende la risoluzione della commissione Ars: «Chi dice che è fuffa offende il nostro lavoro». Intanto la giunta di governo approva il piano per l'ampliamento del personale nei centri per l'impiego
Navigator, gli ex sportellisti annunciano protesta all’Ars Il Pd attacca: «Se i 5 stelle hanno cambiato idea lo dicano»
Nuova fumata nera questa mattina in Commissione Lavoro all’Ars, dove ancora una volta la seduta con all’ordine del giorno la risoluzione sugli ex sportellisti, è stata rinviata. A prendere le parti dei circa 1.700 lavoratori, è il presidente della Commissione, Luca Sammartino, secondo cui «gli ex sportellisti multifunzionali sono figure con una professionalità che deve essere riconosciuta. Dopo anni questi lavoratori, per cui la Regione ha già investito soldi nella loro formazione, attendono risposte e la risoluzione, richiesta da tutte le forze parlamentari presenti in Commissione insieme ai sindacati, procede verso questa direzione. Il ministro Di Maio, in visita in Sicilia, e Cancelleri in campagna elettorale, si erano assunti l’impegno di trovare una soluzione. Se hanno cambiato idea lo dicano chiaramente».
Il riferimento è all’intervista pubblicata questa mattina da Meridionews in cui il leader del Movimento 5 Stelle in Sicilia, Giancarlo Cancelleri, frena sulla possibilità di un accesso diretto all’albo ad esaurimento degli ex sportellisti, precisando che questi ultimi potranno spendere il loro curriculum in un concorso pubblico. Secondo Sammartino, «chi dice che la risoluzione è fuffa sbaglia e offende anche il lavoro della Commissione. Martedì prossimo voteremo un atto politico che impegna il governo regionale a prendersi carico, alla Conferenza Stato-Regioni, di un’emergenza sociale che si trascina ormai da troppi anni». Intanto un gruppo degli ex sportellisti annuncia che il 5 febbraio faranno sentire la loro voce davanti la sede dell’Assemblea regionale siciliana.
Parallelamente al caso navigator, ieri sera la giunta ha approvato il piano sul potenziamento dei centri per l’impiego, per il quale è previsto l’utilizzo delle risorse umane inserite «nell’elenco unico ad esaurimento dei lavoratori provenienti dai servizi formativi». Insomma, proprio gli ex sportellisti. Al momento si tratta soltanto di un documento su cui si aspetta naturalmente una delibera, ma è comunque un ulteriore spiraglio che si apre per i lavoratori degli ex sportelli multifunzionali. Che, contestualmente, annunciano battaglia per rivendicare i propri diritti, con una manifestazione il prossimo 5 febbraio in piazza del Parlamento a Palermo, per fare pressing nel giorno in cui la commissione Lavoro tornerà a riunirsi per discutere la risoluzione.
«Non abbiamo alcuna intenzione – scrivono in un post su Facebook – di lasciar passare un treno senza avere neppure l’opportunità di salirci, dopo anni di battaglie che hanno superato lo stesso limite del sopportabile umano. Al netto di tutte le esternazioni da parte dei deputati grillini siciliani, il dato che emerge è l’incertezza che neppure un tavolo di confronto istituzionale è riuscito finora a scardinare, con palesi contraddizioni tra Roma e Palermo nel mondo grillino, dove parlano lingue diverse e dove emergono posizioni diverse».
«Il ministro Di Maio – aggiungono – ha chiaramente lasciato intendere il 13 luglio scorso che, per il suo progetto sul reddito di cittadinanza, gli ex sportellisti sarebbero state le figure ideali. Tema affrontato durante il tavolo del 24 gennaio al ministero del Lavoro tra gli assessori regionali e rappresentanti del governo nazionale, dedicato alla crisi di tutto il comparto della Formazione Professionale siciliana. Identico significato le parole pronunciate da Cancelleri in una trasmissione televisiva a fine dicembre».
«Alla prova del nove – sottolineano – che si concretizza in una risoluzione presentata in V commissione, che impegnerebbe il governo regionale di farsi carico a Roma di utilizzare gli ex sportellisti, le parole del vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri, hanno gelato le giuste aspettative dei lavoratori. In Sicilia non si devono inventare nulla, ci sono già i navigator, che possono essere immediatamente disponibili anche in virtù delle tante norme regionali a loro tutela, che pur essendo disoccupati sono sicuramente precari morali, dopo aver servito la pubblica amministrazione per quindici anni proprio con il corrispondente ruolo di navigator a seguito di selezione per la riqualificazione di figure atte a gestire le politiche attive del lavoro, finanziata con denaro pubblico».
«A cosa serve, dunque – concludono – un tavolo di confronto istituzionale se alla maggior parte dei lavoratori sarà tolta finanche la possibilità di partecipare alle selezioni? I deputati grillini siciliani parlano a titolo personale o in accordo con il governo nazionale? Farebbero bene a chiarire la loro posizione nei confronti dei lavoratori. Non si può, a fasi alterne, dire tutto e il contrario di tutto».