«Li stiamo già soccorrendo. La cosiddetta Guardia Costiera libica arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi», scrive sul proprio profilo Twitter l'associazione Mediterranea Saving Humans. In aggiornamento
La nave Mare Jonio salva un gommone in difficoltà Più di 50 a bordo. «Chiediamo porto sicuro a Roma»
È tornata in mare, partendo da Palermo, da circa 48 ore e per la prima volta la nave Mare Jonio ha salvato 49 migranti a 42 miglia dalla costa Libica su un gommone che, stando a quanto riferisce l’equipaggio, era in avaria e imbarcava acqua. Tra i migranti, 12 si sono dichiarati minorenni. I primi a salire a bordo sono stati degli uomini adulti di cui i volontari stanno valutando le condizioni di salute. Dai primi controlli fatti a bordo, le condizioni dei migranti sembrano in linea di massima buone. «Le persone si trovavano in mare da quasi due giorni. La maggior parte di loro è disidratata e soffre il mare, ma da un primo esame del medico di bordo sembra che le loro condizioni non destino particolari preoccupazioni», riferisce Luca Casarini, capomissione di Mediterranea Saving Human che si trova a bordo della nave Mare Ionio.
«Chiederemo all’Italia un porto sicuro», dicono a MeridioNews dall’associazione Mediterranea Saving Humans. In linea d’aria, quello più vicino sarebbe il porto di Lampedusa. «E speriamo che facciano in fretta perché per la serata è previsto già un peggioramento delle condizioni meteorologiche», auspicano. Come si legge su un post pubblicato sul profilo Twitter dell’associazione «la cosiddetta Guardia Costiera libica arrivata in un secondo momento, si sta dirigendo verso di noi». Stando a quanto riferiscono dall’equipaggio, i libici «non ci hanno chiesto nulla, sono rimasti a distanza e noi abbiamo proseguito la nostra rotta dopo avere tratto in salvo le persone in difficoltà».
«Oggi abbiamo salvato la vita e la dignità di 49 esseri umani. Le abbiamo salvate due volte – dicono ancora dall’associazione – dal naufragio e dal rischio di essere catturate e riportate indietro a subire di nuovo le torture e gli orrori da cui stavano fuggendo. Ogni giorno, nel silenzio a moltissime altre tocca questa sorte. Grazie ai nostri straordinari equipaggi di terra e di mare, alle decine di migliaia di persone che in tutta Italia ci hanno sostenuto, oggi quel mare non è stato più solo cimitero e deserto».