Il governo annuncia che il relitto inabissato a largo della Libia su cui potrebbero esserci circa 800 cadaveri verrà recuperato. «Dimostriamo all'Europa che non deve chiudere gli occhi», commenta il premier. Nel frattempo è stato lanciato un appello da parte di diverse associazioni siciliane
Naufragio, una petizione per recuperare i morti Renzi: «Non possiamo far finta di non vedere»
I cadaveri inghiottiti dal mare lo scorso 18 aprile e rimasti intrappolati nel relitto inabissato a largo della Libia verranno recuperati. E’ quanto ha annunciato oggi il presidente del Consiglio Matteo Renzi: «L’idea che possiamo far finta di non vedere quel barcone non mi va giù. Abbiamo il compito di dare una sepoltura, dimostrando all’Europa che non si deve chiudere gli occhi».
La decisione del governo arriva a distanza di qualche giorno dalla chiusura delle indagini sul naufragio del barcone su cui viaggiavano circa 800 persone. La Procura di Catania ha confermato quasi tutte le accuse (tranne quella di sequestro di persona) ai due unici indagati indagati: il presunto scafista tunisino Mohammed Alì Malek, e l’assistente siriano Ahmud Bikhit. Ma ha anche affermato che, ai fini delle indagini, non riteneva utile il recupero del relitto con le salme. «Il recupero – spiegava il procuratore capo Giovanni Salvi – comporterebbe spese enormi, se lo vuole fare il governo o altri per motivi umanitari va bene».
L’affermazione ha suscitato la dura presa di posizione di Cristophen Hein, presidente del Cir – centro internazionale Rifugiati – e di Giovanna Di Benedetto di Save the Children. Un gruppo di associazioni ha anche lanciato una petizione online, affinché venga recuperato il barcone. «I parenti delle vittime vorrebbero verità e giustizia sulla fine dei loro cari – scrivono tra i motivi -, bisognerebbe accertare la reale dinamica del naufragio e occorre un esame approfondito del relitto. Recuperando il relitto – aggiungono – si potrebbero identificare non solo gli scafisti, ma risalire agli organizzatori del viaggio della morte. Sembra infatti che il peschereccio provenisse dall’Egitto». Le associazioni che firmano l’appello sono Rete Antirazzista Catanese, Comitato di base NoMuos/NoSigonella, La Città Felice, Cobas Scuola, LILA, Catania Bene comune, Associazione Altro diritto- Sicilia, Centro Impastato, Casa memoria Felicia e Peppino Impastato (Cinisi); Borderline Sicilia.
Secondo quanto ricostruito dalla Procura, il barcone su cui viaggiavano circa 800 persone, stipate su tre livelli, si sarebbe rovesciato per una serie di concause: il sovraffollamento dell’imbarcazione, le errate manovre compiute dal comandante Malek, che portarono il peschereccio a collidere con il mercantile King Jacob, accorso in aiuto, prima di prua e poi ripetutamente con la fiancata sinistra.
Intanto tra stanotte e stamattina oltre 300 migranti sono giunti a Pozzallo: 138 tra cui 40 donne e 43 minori sono arrivati a bordo di due motovedette della guardia costiera; altri 180, in prevalenza siriani e con diversi bambini a bordo, su una nave battente bandiera francese.