Il ruolo di terzo incomodo nella contesa elettorale del prossimo 28 aprile spetta al centrista dal variegato curriculum politico. Acqua passata il trascorso da candidato della setta travolta dallo scandalo 12 apostoli. E rispunta Giampiero Samorì
Natale Consoli, aspirante sindaco dal cuore moderato Dai voti di Capuana a Sammartino per prendersi Motta
Dalla lista Capuana all’intesa con Luca Sammartino e il sogno di diventare sindaco. Natale Consoli vuole essere la sorpresa delle Comunali di Motta Sant’Anastasia. Una sfida che sembrava incanalata a diventare la resa dei conti fra gli avversari di sempre, il sindaco leghista Anastasio Carrà e l’esponente della sinistra radicale Danilo Festa. E che, invece, avrà il suo terzo incomodo nel consigliere il cui curriculum pare riassumere tutte le tipicità del panorama politico del paese della discarica.
Un passato da centrista più o meno organico al centrodestra, Consoli viene eletto cinque anni con la lista civica Motta nel cuore, a sostegno dell’allora candidato sindaco Daniele Capuana. Esordi centristi, un lungo trascorso nell’Mpa di Raffaele Lombardo salvo rottura traumatica, in quel momento l’ex assessore provinciale era proiettato a scalare il Pd renziano con la sponda di Enzo Bianco e l’attivismo del movimento Scelta giovane. Alle sue spalle c’era, anche, il radicamento dell’Associazione cattolica cultura e ambiente, la comunità passata agli onori delle cronache dopo l’inchiesta 12 apostoli sui presunti abusi sessuali che ha travolto il suo fondatore, Pietro Capuana. Nel 2014 è proprio la lista Motta nel cuore a ricevere il supporto di quella che, anni dopo, sarebbe diventata la «setta». Tant’è che, assieme all’odierno aspirante sindaco, sotto quel simbolo, in tandem con Consoli, viene eletta consigliera la vicepresidente dell’associazione di Capuana, Candida Fassiolo.
Acqua passata per colui che oggi vuole essere l’Altra voce – il nome della sua lista – di Motta. «La comunità non l’ho mai frequentata, mai vi ho fatto parte. Quello che è successo per me è stato un fulmine a ciel sereno», giura Consoli a MeridioNews. Da consigliere, il candidato sindaco ha assistito alla caduta della collega Fassiolo, dimessasi dalla carica di assessore dopo la pubblicazione delle ambigue intercettazioni dell’indagine. Già perché, tramontata la stella di Capuana junior, il gruppo stringe un patto proprio con il leghista Carrà. A sua volta, nel frattempo, sganciatosi da Valeria Sudano, «l’amica», come la definisce lo stesso sindaco, diventata senatrice del Pd. «Comunque ho sempre avuto solo rapporti politici, certo conoscendo Candida non mi sarei mai aspettato quei fatti». Consoli ricorda, però, di non essere stato solo. «A Motta li conoscono tutti, ricordo bene quando tutta l’opposizione votò la Fassiolo come presidente del consiglio, anche chi oggi ha preso le distanze dalla comunità».
L’indagine, in ogni caso, segna l’inizio della fine di quell’accordo con l’ex rivale Carrà. «L’amministrazione aveva smesso di rappresentarci, le nostre idee non sono state più rispecchiate», spiega Consoli. Come ad esempio il varo di un piano regolatore generale per Motta, un piano commerciale, e non ultimo il complicatissimo dossier Tiritì -Valanghe d’Inverno. «Vogliamo svegliare l’economia del territorio – dice il consigliere passando al suo programma elettorale – cosa che nessuna amministrazione è riuscita a fare, mentre è ovvio che siamo per la chiusura della discarica». Già, la discarica. La madre di tutti i punti interrogativi sul futuro del Comune arroccato a due passi dall’ecobomba. Consoli, venisse eletto, dovrà mettere mano alla matassa nella scomoda posizione – un tempo prerogativa di Carrà – di luogotenente del duo Sammartino-Sudano. Il legame soprattutto fra la famiglia Sudano e i proprietari dell’impianto, la famiglia Proto, è storia risaputa. «Non penso abbia importanza, la vicinanza di Sammartino e Sudano non è un problema – dice il candidato sindaco – perché la verità è che i cittadini di Motta hanno già dato. La discarica va chiusa, ma la parola di sindaco non basta. Occorre sanare la ferita trovando il giusto compromesso». Consoli pensa, ad esempio, ad alleviare il peso della tassa sui rifiuti. «Ma per portare avanti la chiusura e il nostro programma serve il giusto aiuto dalla deputazione regionale».
L’intesa con gli ex centristi è solo l’ultimo dei suoi conigli nel cilindro. Natale Consoli, durante la lontana era del declino del Popolo della Libertà, fu anche uno dei volti locali – nonché candidato alla Camera – dei Moderati in rivoluzione di Giampiero Samorì. Ex pupillo di Silvio Berlusconi, amico di Vittorio Sgarbi, l’avvocato-imprenditore modenese sparisce dalla scena politica nazionale dopo le Politiche del 2013. «Abbiamo ancora oggi buoni rapporti, lui è al corrente della mia candidatura». Nulla di tutto ciò contraddice l’attuale orientamento filo-dem di Consoli. «Non ho casacche di partito, la nostra è una lista civica ma io sono da sempre un moderato, Sammartino e Sudano rispecchiano la mia collocazione». Così queste Comunali potrebbero essere l’occasione di un ritorno in Sicilia per l’avvocato Samorì: «Verrà a farmi un comizio? Se ci sarà l’occasione, perché no».