Nasce la biblioteca scolastica aperta al quartiere Idea di due insegnati nata con l’aiuto dei genitori

Roald Dahl, Gianni Rodari, Daniel Pennac, Bianca Pitzorno, sono gli autori immancabili nella biblioteca inaugurata oggi alla scuola Mario Rapisardi di Catania. L’iniziativa nasce dal desiderio condiviso di due insegnanti, Anna Li Pera e Claudia Grassi, che dopo aver attivato piccole biblioteche nelle loro classi hanno ottenuto uno spazio all’interno dell’istituto per farne una più grande, da aprire anche al quartiere.

«Da quando sono entrata in questa scuola ho sempre guardato quel magazzino abbandonato utilizzato come ripostiglio e la prima cosa che ho chiesto è stata se ci fosse una biblioteca e se, per caso, quello spazio non utilizzato potesse essere adibito a luogo dedicato alla lettura», racconta Anna Li Pera, che insegna italiano e storia in terza elementare e che ricorda Miss Honey, la maestra del romanzo Matilda sei mitica di Roald Dahl. La dolcezza che trasmette è la stessa, così come la missione di avvicinare i bambini ai libri. E la forza di perseverare nonostante le risposte negative che invece di scoraggiarla l’hanno spinta, anno dopo anno, a dedicarsi a quello stanzino sistemando piccole cose qua e là, finché quest’anno, grazie alla nuova collega e ai genitori che l’hanno appoggiata e con cui è nata una perfetta sintonia, ha rivoluzionato lo spazio, acquistando nuovi materiali e creando un luogo da destinare alla lettura e alla consultazione di libri, ma anche presentazioni, incontri, formazione per docenti e genitori.

«Oltre agli immancabili – chiarisce – ci sarà uno spazio dedicato alla poesia, che aprirà gli orizzonti su questo ambito ancora sconosciuto». Chiara Carminati, Bruno Tognolini, Giusi Quarenghi, sono solo alcuni dei poeti che verranno letti dai più piccoli per diletto, e non come lezione da imparare a memoria. Mentre un altro settore sarà quello dei silent book, libri silenziosi, gli albi illustrati d’autore con immagini e senza testo che la maestra sta scoprendo e sta facendo scoprire ai piccoli alunni. «Offrono tante possibilità perché guardando le immagini si possono costruire le storie e ogni bambino dà la sua interpretazione, aprendosi all’immaginazione, all’invenzione, alla scrittura». Non è esclusa la possibilità di aprirsi alle novità che la tecnologia offre nel mondo della letteratura per bambini, come audio libri e libri digitali per chi ha difficoltà di apprendimento.

Lo scorso febbraio le due maestre hanno provato il concorso online Birba chi legge, rivolto proprio alle biblioteche nelle scuole, e hanno creato un comitato promotore formato dall’esperto di letture per infanzia Raimondo Vecchio, affiancato dalle mamme Bianca Caccamese, responsabile di KidsTrip, Raffaella Arena, libraia, Monica Saucedo, messicana che promuove la sua cultura anche tra i più piccoli, e Livia Gugliotta, avvocata che cura la parte amministrativa. Il gruppo ha partecipato e vinto il concorso e il prossimo 2 giugno sarà premiato ad Assisi, dove riceverà 1000 euro in libri da collocare nella libreria.

Dove ad oggi sono presenti alcuni libri raccolti in occasione di Io leggo perché, progetto nazionale di promozione culturale che ha interessato le librerie per bambini. E proprio questi ultimi, veri protagonisti dell’iniziativa, sono stati coinvolti in prima persona nella scelta del nome da dare alla biblioteca, che verrà svelato durante l’inaugurazione. Le idee sono state raccolte in una scatola, la stessa che in questi giorni è stata esposta per la raccolta fondi che ha coinvolto i genitori, destinata all’acquisto dei materiali che ancora mancano (lampade, cuscini, panche e arredi vari contenuti nella lista dei desideri di Ikea).

Obiettivo principale promuovere la lettura, insieme al coinvolgimento della comunità, al rafforzamento del senso di appartenenza e della cura per ciò che ci circonda. Perché per Li Pera quello di insegnante non è un lavoro che finisce quando suona la campanella. «Personalmente mi reputo una maestra a tempo pieno – dice – non smetto mai di provare a rendere motivante la lettura e la scrittura con nuovi approcci, perché oggi i bambini hanno bisogno di divertirsi e di interessarsi a quello che studiano. Basta con la didattica fatta solo di regole di cui non capisco il significato, devono imparare a scrivere scrivendo e a leggere leggendo. Non i sussidiari, ma i libri vivi di autori». Certo, spesso il contesto non aiuta, e il metodo classico non viene mai messo in discussione, anche a rischio di spegnere la voglia di insegnare e di imparare. «A Catania non ci sono biblioteche di città per bambini e il nostro desiderio è che possa diventare un riferimento non solo per i nostri studenti ma per il quartiere e la città, con aperture pomeridiane anche per gli adulti, che possono leggere un libro condividendo un momento con i loro bambini. Un momento extra scuola, che possa far avvicinare i più piccoli ai libri in maniera diversa rispetto a quella a cui sono abituati solitamente». 


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