«È uno scempio che tutte queste opere debbano essere perse piuttosto che godute dalla città. Nel Castello Ursino ci sono 17 mila opere del nostro patrimonio culturale mai esposte al pubblico. Al massimo entro un anno, voglio allestire il primo e il secondo livello del museo. Ho avuto incarico di aprirlo dal sindaco, dalla Giunta ho avuto approvazione e sostegno e la commissione Cultura è assolutamente solidale con me, ma se comunque qualcuno me lo impedirà non solo chiamerò i cittadini a esprimersi col voto sulla questione: mi darò fuoco». Questa la promessa (condita da una inconsueta provocazione) fatta dallassessore alla cultura del comune di Catania Silvana Grasso mercoledì scorso, durante una conferenza stampa tenuta insieme al capo della direzione Cultura del Comune, Gaetano Saetta, e alla responsabile del castello Ursino, Anna Quartarone. La conferenza era aperta ai soli giornalisti, dunque solo loro hanno potuto ammirare di persona parte dei tesori conservati nei depositi della fortezza. E Step1 era lì.
Che Catania sia una città che può vantare unimportante storia si sapeva già. E purtroppo si sapeva anche che è piena di opere darte di qualsiasi tipo, e molti, moltissimi di questi ricordi del passato di cui gode la nostra città, purtroppo, non sono ammirabili dai cittadini e dai turisti. Addirittura molti sono abbandonati a se stessi. È esattamente ciò che succede al castello Ursino. Il famoso edificio fatto costruire da Federico II di Svevia, vanto catanese nel mondo, ospita circa 17 mila opere darte che non sono mai state esposte al pubblico. Ma cè di più: molte di esse sono già irrimediabilmente deteriorate a causa delle pessime condizioni di conservazione. Tra i vari capolavori, sono custodite statue e dipinti provenienti dalle collezioni dei principi Biscari e dal patrimonio dei monaci Benedettini. Sullapertura del museo civico del castello Ursino, prima dadesso, sono stati fatti molti annunci, ma mai è stato fatto qualcosa di concreto che sia andato al di là delle belle parole.
Il castello catanese non ha oggi le carte in regola per poter essere trasformato per intero in un museo. Ci vorrebbero troppi soldi per colmare le lacune in termini di sicurezza e climatizzazione. Lassessore Grasso assicura, però, che il primo e il secondo livello (e cioè il piano terra e il primo piano del castello), sono quasi pronti. Hanno bisogno di piccolissimi accorgimenti tecnici che richiedono una spesa che si aggira tra i 100 e i 150 mila euro. Al momento molti dei nostri tesori storici vanno ad arricchire i musei altrui mentre noi catanesi, che potremmo e dovremmo ammirarli ogni qualvolta ne abbiamo voglia o vogliamo far bella figura con un ospite o un turista, non possiamo farlo. Certo, la cifra richiesta non è esagerata e spesso la stessa somma viene utilizzata per scopi meno importanti. Per ora, comunque, accontentiamoci di dare unocchiata alle foto che Step1 è riuscita a fare nei depositi del museo.
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