In attesa del nuovo pronunciamento sulla pericolosità dell'impianto militare Usa a Niscemi, il coordinamento regionale No Muos ha indetto una conferenza stampa a Palermo. Per ricordare le lacune del parere del collegio dei verificatori, su cui dovranno esprimersi i giudici
Muos, sentenza del Cga slitta al 25 febbraio «Rilevazioni scientificamente imbarazzanti»
Per conoscere le valutazioni del Consiglio di giustizia amministrativa in merito alla pericolosità del Muos bisognerà ancora aspettare. All’udienza di oggi è stato infatti stabilito un rinvio al 25 febbraio, data in cui dovrebbe anche arrivare la decisione dei giudici sul controverso parere del collegio dei verificatori. Due professori universitari e tre delegati dei ministeri della Salute, delle Infrastrutture e dell’Ambiente, nominati per misurare le emissioni elettromagnetiche dell’impianto satellitare militare Usa. Gli specialisti hanno deciso di basarsi soltanto sui dati progettuali forniti dall’ambasciata statunitense considerata l‘impossibilità di prendere precauzioni per la popolazione in caso di accensione del Muos e la mancata taratura degli strumenti a disposizione dell’Arpa.
In attesa di capire quale posizione assumerà il Cga, a commentare gli ultimi sviluppi è il coordinamento regionale No Muos, che stamattina ha indetto una conferenza stampa a Palermo. «Le conclusioni dei verificatori lasciano aperte alcune questioni – dice l’avvocata Paola Ottaviano, tra i legali del coordinamento -. Come le interferenze con gli apparecchi elettromedicali e con gli aerei, specie quelli vecchi che non sono schermati o i velivoli che trasportano ordigni». Senza dimenticare «l’influenza con l’area sito di interesse comunitario», cioè la Sughereta di Niscemi. «Per noi questa verificazione è come se non fosse mai stata fatta», riassume Antonella Bonanno, di Legambiente Palermo.
A spiegare come invece avrebbero dovuto essere svolte le verificazioni è Alberto Lombardi, tecnico di parte del coordinamento. «Serve innanzitutto un modello teorico basato sui dati del progetto, in questo caso segreti o ballerini – spiega -. Poi un’autorità superiore deve attestare che in quel momento l’impianto sia al massimo, perché non basta la dichiarazione della parte. Necessaria infine è la verifica puntuale del modello teorico, che non è mai stata fatta». Quelle svolte finora sarebbero «rilevazioni accademicamente imbarazzanti – secondo Nadia Furnari dell’associazione antimafie Rita Atria, che aderisce al coordinamento -. La gente in questo momento ha lo spauracchio dell’Isis e ci si inventa che il Muos servirà a proteggerci, ma le stragi sono sempre servite per orientare la politica».
In conclusione dell’incontro, il coordinamento ha trasmesso una video-intervista del giornalista Gaetano Pulvirenti al caporale scelto Salvatore Ferlito. L’uomo, malato di leucemia, racconta di avere lavorato nella base Usa di Niscemi per circa due anni. Il suo compito era quello di sorvegliare la base delle antenne già presenti e funzionanti. «Accusavo forte mal di testa e secchezza della gola – racconta -. Gli americani ci avevano detto che era pericoloso stare troppo vicini alle antenne, ma il servizio consisteva proprio nel controllarle da vicino».