Fino a notte alcuni membri del movimento che si batte contro l'impianto Usa, sono rimasti fuori dalla base per vigilare sulla protesta del pacifista. «Verso le 2 ho sentito dei tonfi, ho trovato il vetro sfondato e un bastone chiodato», racconta la proprietaria della vettura. Che aggiunge: «Ho chiamato la polizia, mi hanno detto che erano impegnati, eppure sono sempre qui per identificarci»
Muos, rotto il parabrezza di un’auto degli attivisti Erano in presidio a sostegno del pacifista Turi Cordaro
Il pacifista Turi Cordaro (ex Vaccaro) ha passato la notte nudo su un albero all’interno della base Usa di Niscemi. La sua ennesima protesta pacifica contro l’impianto satellitare va avanti dopo che ieri è entrato spargendo vicino all’antenna più grande alcuni granelli di sale da lui stesso distillato a Palermo. Fuori dalla recinzione alcuni attivisti del movimento hanno effettuato un presidio fino a notte fonda, per dare sostegno a Cordaro e vigilare affinché tutto andasse in maniera tranquilla. Tuttavia, mentre si trovavano all’esterno della base, qualcuno si è introdotto nel vicino presidio permanente, un accampamento realizzato anni fa dagli attivisti, e con una bastone chiodato avrebbe colpito il parabrezza di un’auto.
«Eravamo davanti le reti per il presidio, verso le due e un quarto ho sentito dei tonfi, come qualcosa che cade e, visto che avevo lasciato la macchina al presidio, sono corsa a vedere», racconta Ylenia D’Alessandro, proprietaria della vettura danneggiata. «Ho trovato il parabrezza sfondato e un pezzo di bastone chiodato a terra», continua. Difficile capire chi possa essere stato. L’attivista afferma di aver sentito «voci maschili, giovani e italiane, forse niscemesi». «In passato – sottolinea – il presidio è già stato danneggiato, ma sempre a ridosso delle manifestazioni».
Gli autori non sono entrati dal parcheggio sul retro, il cui accesso è libero, ma hanno buttato giù un pezzo di recinzione della stradina che conduce alla base. Forse per il poco tempo, visto l’imminente arrivo degli attivisti, non si registrano altri danni.
D’Alessandro presenterà denuncia stamattina ai carabinieri di Niscemi. «Stanotte ho subito chiamato la polizia, ma non è venuto nessuno, mi hanno risposto che erano troppo impegnati. Eppure – continua la giovane – fino a venti minuti prima si trovavano nella base per far scendere Turi dall’albero e qui è sempre un continuo via vai di volanti. Perché se ci muoviamo noi, veniamo subito identificati, mentre se chiamiamo per chiedere aiuto non c’è mai nessuno? Possibilmente chi ha sfondato il parabrezza era ancora lì intorno». Gli agenti sarebbero giunti sul posto solo stamattina, ma per prendere i dati degli attivisti che continuano a darsi il cambio. «Dopo che ho raccontato quanto successo stanotte, non hanno avuto la faccia di identificarmi», conclude D’Alessandro.
La polizia di Niscemi precisa di aver invitato la giovane a recarsi in commissariato per presentare denuncia. «Se si fosse trattato di un fatto più consistente saremmo intervenuti, ma per normali danneggiamenti invitiamo i cittadini a raggiungerci in sede, visto tutto quello che succede a Niscemi», precisa il dirigente Gabriele Presti. Dal commissariato inoltre, presa visione del danno e del bastone chiodato ritrovato, sollevano dubbi sulla compatibilità della spaccatura, considerata lieve, e la potenzialità distruttiva dello strumento usato.
Il pacifista Cordaro, intanto, abituato agli sforzi fisici – ultimo dei quali i 400 chilometri percorsi a piedi da Palermo a Niscemi – sta bene e anche stamattina continua a restare sull’albero. A vigilare sotto di lui è rimasto al momento solo un pick up delle forze armate statunitensi. La polizia italiana non sarebbe intenzionata a intervenire. «Si trova a un’altezza di non più di tre metri, non è quindi in pericolo – commenta il dirigente – lui è abituato a queste azioni e non ha viveri». Le forze dell’ordine sembrano dunque restare in attesa, la situazione potrebbe cambiare solo per una diversa decisione dai livelli più alti della Questura di Caltanissetta,