Muos, il ministro Mauro se lo porti a Roma

In attesa della sentenza del Tar Sicilia che dovrà esprimersi  sull’incredibile  ricorso del Ministero della Difesa contro la revoca delle autorizzazioni per le nuove antenne satellitari che la  Marina Usa sta costruendo in provincia di Caltanissetta contro la volontà del territorio che, incredibilmente, non ci sta a farsi friggere dalle onde elettromagnetiche americane, continuiamo a registrare prese di posizioni allucinanti da parte del governo nazionale.
“Nessuno vuole in Sicilia una struttura che crei problemi alla gente, ma se questo presunto danno alla salute è più nelle dimensioni di una leggenda metropolitana, credo anche che il bene supremo della sicurezza dei nostri popoli debba essere messo in evidenza.” Questo è quanto affermato, come abbiamo letto su  Repubblica, il ministro della Difesa, Mario Mauro, a margine del vertice dei 28 paesi Nato tenutosi nei giorni scorsi a Bruxelles.

Non solo. Il sistema di telecomunicazioni statunitense avrebbe un’importanza fondamentale per l’Italia e così la Sicilia diventa teatro di quello che la NATO definisce “Smart Defense” ovvero, “difesa intelligente. Che non prevede soltanto l’installazione del Muos, ma anche la trasformazione della base di Sigonella, entro il 2017, nella più grande base di sorveglianza e di riconoscimento per la sicurezza del pianeta, si tratta del progetto AGS (Alliance Ground Surveillance) che vedrà la dotazione della base, degli “UAV”, nuovi strani velivoli simili ai droni ma che droni non saranno, questi dovrebbero portare in giro per il pianeta soltanto dati tecnici e informazioni

La cosa che comunque lascia contrariati sono proprio le affermazioni del ministro Mauro il quale senza mezzi termini dichiara: “Non possiamo fare finta di niente. Se ci saranno problemi di salute legati all’installazione del Muos, accerteremo e ci regoleremo di conseguenza, se non ci saranno, penso sia un atto di grande responsabilità prendere coscienza del fatto che, l’Italia, in particolare, è al centro del Mediterraneo, e non ce l’ho collocata io, ma il buon Dio. Il 90 percento dei guai è nell’area Sud del Mediterraneo – aggiunge Mauro – e le condizioni di pace in un settore strategico del globo sono sotto la ‘giurisdizione’ di un’installazione come il Muos”.

Ebbene, noi abbiamo la soluzione. Innanzitutto diciamolo chiaramente: definire leggende metropolitane fior di studi che provano gli effetti nefasti dell’elletromagnetismo, è offensivo nei confronti dell’intelligenza dei cittadini. Come è offensivo il suo ignorare che già le 47 antenne attive nella base Usa di Niscemi superano abbondantemente, con le loro emissioni,  le soglie consentite dalla legge. Quindi il Muos, al di là di quello che dirà l’Istituto superiore di sanità, che è un organo del governo, non potrà che peggiorare la situazione in un’area dove già tumori e leucemie, non a caso, abbondano. 

Ma poiché per lui queste sono leggende metropolitane e poiché l’Italia tutta, come lui stesso dice, è al centro del Mediterraneo, la soluzione è evidente: Mauro si porti il Muos a Roma. Sempre Mediterraneo è.  Così lui sarà coerente e i siciliani resteranno sani e al sicuro da ‘leggende metropolitane’. 

Ovviamente prima, insieme al suo governo, paghi il disturbo agli americani. Quello che è successo a Niscemi è solo colpa dei governi nazionali, che se ne sono fregati della salute dei siciliani e della sovranità territoriale: da Prodi a Berlusconi, ed è giusto che Roma se ne assuma la responsabilità.

Lo ripetiamo: gli americani, a nostro avviso, non sono responsabili di tale scelta. La responsabilità è dei Governi nazionali, e tocca all’odierno Governo nazionale cavare le castagne dal fuoco. E visto che è così compatto nel dire quanto è importante il Muos e quanto non sia nocivo, lo ospiti nella Capitale. Sarà sicuramente apprezzato dagli alleati Usa avere l’onore di un loro impianto nella Città eterna. Proprio nel bel mezzo del Mediterraneo. D’altronde, non l’abbiamo collocata noi Roma nel centro del Mare Nostrum, ma il buon Dio…

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