Il ministero della Difesa aveva chiesto di sospendere le conseguenze della sentenza del Tar di Palermo che ha dichiarato abusivi i lavori per l'impianto Usa e che potrebbe portare anche alla demolizione delle parabole. Il Cga ha respinto questa proposta. «E' un bel segnale», commentano i legali del movimento No Muos
Muos, il Cga rigetta la richiesta di sospensiva Bocciata la tesi della Difesa. Oggi incontro Renzi-Obama
Il Consiglio di giustizia amministrativa ha rigettato la richiesta di sospensiva presentata dal ministero della Difesa sul caso Muos. Si tratta delle conseguenze derivanti dalla sentenza del Tar di Palermo che ha dichiarato abusivi i lavori di costruzione dell’impianto militare. L’avvocatura dello Stato, per conto del ministero della Difesa, aveva chiesto al Cga di sospendere gli effetti di quella decisione – che potrebbe portare al ripristino dei luoghi, quindi alla demolizione delle parabole – in cambio della promessa di non mettere in funzione l’impianto, fino a quando non ci sarà un nuovo giudizio nel merito della sentenza del Tar.
Ma il Cga ha respinto questa richiesta.Tra le motivazioni dei giudici amministrativi non c’è solo il fatto che il Muos è attualmente sotto sequestro. Le ragioni del no sono sostenute anche dalle verifiche e dai giudizi espressi in precedenza da altri organi giudiziari. Non si tratta quindi un parere strettamente tecnico. I lavori al cantiere nella base Usa di Niscemi restano dunque bloccati.
Nella decisione i giudici sottolineano che «il sequestro preventivo rende allo stato intangibile la situazione di fatto, escludendo quindi il prodursi dell’effetto ripristinatorio», cioè la tanto temuta demolizione. Ma il Cga va oltre e fa riferimento «agli accertamenti tecnici effettuati nel corso del 2014 e all’integrazione alla verificazione disposta nel giudizio di primo grado», cioè la relazione del perito del Tar, Marcello D’Amore, ingegnere e docente e all’università La Sapienza di Roma. A lui il tribunale amministrativo aveva affidato il compito di effettuare una prima perizia sull’impianto militare di telecomunicazioni. In cui D’Amore sottolineava come i controlli effettuati fossero insufficienti. Documento poi integrato, alla luce della relazione dell’Istituto superiore di sanità, con nuove precisazioni che, a proposito della relazione dell’Iss, parlavano di «problematiche trattate in maniera non esaustiva» e invitavano a «ulteriori doverosi approfondimenti». L’udienza nel merito della sentenza del Tar si terrà l’8 luglio.
Soddisfatti i legali del movimento No Muos, Nello Papandrea, Paola Ottaviano e Nicola Giudice. «E’ un bel segnale perché il Cga non ha semplicemente detto che non c’era il principio di urgenza, in quanto il rischio immediato è coperto dal sequestro penale, ma è entrato in una valutazione che riguarda più la fondatezza dell’appello presentato dal ministero della Difesa. A noi sembra che i giudici abbiano lasciato intendere che, almeno al momento, l’appello non sia fondato».
La notizia arriva in un giorno particolare. Oggi infatti il primo ministro Matteo Renzi incontrerà il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Sul tavolo anche l’ormai scottante dossier sul Muos.
Lunedì ci sarà un nuovo importante passaggio per il futuro del Muos. Il tribunale del Riesame di Catania si pronuncerà sul sequestro penale, chiesto e ottenuto lo scorso 1 aprile dalla procura di Caltagirone e impugnato dall’avvocatura dello Stato per conto del ministero della Difesa.