La sera di Ferragosto un gruppo di artisti, studiosi e intellettuali ha lanciato un appello alle istituzioni di Niscemi per chiedere la creazione, in un edificio comunale, di uno spazio in cui raccogliere, conservare e diffondere «il patrimonio di idee ed eventi» accumulato nel corso dei mesi di lotta contro la costruzione dell'impianto satellitare Usa in contrada Ulmo. In attesa di una risposta, prosegue intanto il muro contro muro tra amministrazione ed attivisti che occupano l'aula consiliare del municipio niscemese, da giorni a rischio sgombero
Muos, firme per il centro di documentazione Ancora braccio di ferro tra attivisti e Comune
Dare vita, a Niscemi, a un centro di documentazione sul Muos e sulle lotte del movimento di attivisti che da anni si batte contro la costruzione dell’impianto satellitare di telecomunicazioni della Marina militare Usa in contrada Ulmo. A chiederlo è un appello elaborato e lanciato la sera di Ferragosto da un «manipolo di sognatori», come si definiscono, e rivolto all’amministrazione niscemese e, per conoscenza, al governo regionale e ai vertici della politica nazionale. Un appello che nel giro di pochi giorni è stato già sottoscritto da numerose personalità del mondo della cultura e della scienza, tra intellettuali, scrittori, artisti e nomi legati a diverse realtà pacifiste, tra cui Peacelink che ha ripreso le richieste dei No Muos sul proprio sito.
L’appello, rivolto al sindaco Francesco La Rosa, alla giunta, al presidente del consiglio comunale e ai consiglieri di Niscemi, chiede alle istituzioni di farsi carico della costruzione di un centro di documentazione «aperto ai contributi culturali, scientifici, artistici di donne e uomini che, da ogni territorio, vorranno condividere e accrescere il prezioso capitale sociale creato dal basso e accumulato finora nella memoria della vostra Comunità», scrivono i promotori. Un luogo che – come si legge nel testo – si faccia testimone della lotte che la popolazione niscemese ha portato avanti per «la difesa della salute, del territorio, della pace e della sovranità, che mai come ora ha bisogno di solidarietà e condivisione» e che possa racchiudere e diffondere «il grande e prezioso patrimonio di idee ed eventi che in questi ultimi mesi ha fatto di Niscemi il più grande laboratorio culturale e di azione sociale nell’Europa che, a nostro avviso, va valorizzato, difeso e tutelato». Per questo, i sottoscrittori chiedono all’amministrazione di mettere a disposizione uno spazio comunale, da dare in gestione al comitato No Muos. «Affidate un bene pubblico a chi agisce per il bene di tutti – scrivono – nell’intento di impedire che la Sicilia diventi una portaerei ad uso esclusivo dell’apparato politico-militare internazionale».
In attesa della risposta del Comune i rapporti restano tesi a Niscemi, dove continua il braccio di ferro tra attivisti e amministrazione. Nonostante il rischio di sgombero minacciato nei giorni scorsi – insieme alla voce di una presunta denuncia da parte del presidente del consiglio comunale Luigi Licata alle forze dell’ordine che ha messo in allerta i comitati – gli attivisti No Muos continuano a occupare l’aula consiliare del Comune di Niscemi, in cui sono barricati dal 24 luglio, assicurando di non avere intenzione di andarsene finché non sarà dato seguito alle loro richieste. Lamentando anche la «latitanza del consiglio comunale», a cui, tra le altre cose, hanno chiesto di discutere di possibili azioni di contrasto al Muos come primo punto all’ordine del giorno nel corso della prossima adunata, prevista per stasera alle 20. Senza però aver ottenuto finora alcuna risposta. «Nessun consigliere – scrivono in una nota diffusa venerdì scorso – ha lanciato un solo segnale di confronto e, a quanto si sa, non esistono argomenti riguardanti il Muos allordine del giorno».
[Foto di No Muos]