Muos di Niscemi, aspettando il Tar

Attesa trepidante, a Niscemi, tra i militanti No Muos per il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale (Tar) atteso per domani. La storia è nota. Il Governo della Regione, invece di porre la questione Muos a Roma, in Consiglio dei Ministri, ha preferito la più comoda via amministrativa, scaricando sui giudici del Tar una questione che, prima che amministrativa, è politica.

Il Muos è un potentissimo radar che, quando entrerà in funzione, emetterà potentissime onde elettromagnetiche. Un pericolo ormai acclarato per la salute pubblica dei milioni di siciliani. Queste antenne sono dei militari americani. Le stanno piazzando in Sicilia grazie a una balorda autorizzazione concessa dal Governo nazionale. Con la compiacenza dei Governi regionali, imbattibili nell’arte dell’ ‘ascarismo’ (leggere svendita dei diritti dei siciliani, compreso il diritto alla salute).

Il Governo regionale di Rosario Crocetta avrebbe dovuto porre la questione politica in Consiglio dei Ministri, dove il presidente della Regione, a norma dello Statuto siciliano, per questioni che riguardano la nostra Isola, partecipa con il rango di Ministro della Repubblica.

Parliamo, ovviamente, della Politica con la “P” maiuscola: cioè dei vari Giuseppe Alessi, Franco Restivo, Giuseppe La Loggia. L’attuale presidente, invece, ha preferito revocare le autorizzazioni. Il Governo nazionale – Ministero della Difesa – ha inoltrato ricorso al Tar Sicilia.

L’obiettivo del Governo nazionale e del Governo Crocetta è chiaro: scaricare sui giudici amministrativi del Tar Sicilia una questione che, lo ribadiamo, è politica.

La speranza ‘donnabondiesca’ di Governo nazionale e Governo siciliano è che i giudici del Tar sospendano la revoca delle autorizzazioni disposte dall’esecutivo regionale, rinviando alle Calende greche il giudizio di merito. Questo consentirebbe ai militari americani di completare l’installazione delle antenne a Niscemi, scaricando sui giudici la responsabilità del ‘bordello’ sociale che scoppierebbe.

Una manovra squallida, degna, in tutto e per tutto dell’attuale politica italiana, che si ‘batte il petto’ quando c’è da ricordare Falcone e Borsellino e poi dispone la distruzione delle registrazioni tra l’ex Ministro Mancino e il Quirinale. 

Come spesso capita, i politici stanno sottovalutando l’intelligenza dei giudici. Che potrebbero rendere pan per focaccia agli stessi politici, restituendo al Governo nazionale e al Governo siciliano di Rosario Crocetta la patata bollente.

Intanto, a Nisscemi, tra i No Muos, comincia serpeggiare un po’ di nervosismo. Le cronache registrano una presa di posizione della Federazione Anarchica Siciliana.

“La Federazione Anarchica Siciliana – si legge in un comunicato – respinge fermamente le accuse di ‘infiltrazioni anarchiche ed estremiste’ nel movimento No Muos e in particolare durante il blocco in contrada Ulmo di mercoledì 8 maggio. Chi ha tirato in ballo queste insinuazioni vuole solo dividere il movimento in buoni e cattivi, criminalizzando gli attivisti”.

“Lo sgombero effettuato dalla Polizia (come sempre, con metodi basati sul sopruso e sulla forza bruta) – prosegue la nota degli Anarchici – ha dimostrato ancora una volta da che parte stia l’estremismo e da che parte provenga la violenza: e cioè dalla parte della Marina militare Usa che in Sicilia mantiene strutture di guerra e di morte; e dalla parte dello Stato, che quotidianamente garantisce una scorta armata a ditte legate alla mafia per farle accedere a un cantiere dichiarato abusivo”.

“Per fare tutto questo – prosegue la nota degli Anarchici Siciliani – lo Stato sgombera i blocchi, ferma le persone, le denuncia, emette fogli di via nei confronti degli attivisti, esercitando un ruolo terroristico contro chi difende la propria terra dalla militarizzazione e dalle sue nefaste conseguenze per la salute, per l’ambiente e per la stessa vita sociale”.

“Alla faccia dei provocatori di ogni risma – prosegue la nota – gli anarchici sono parte integrante del Movimento No Muos, e lo dimostra l’impegno che, a viso aperto, abbiamo sempre profuso in questa lotta, e da tempi non sospetti, per promuovere uno sviluppo autonomo del Movimento No Muos, libero dai partiti, non burocratizzato, improntato all’assemblearismo e all’azione diretta. E il largo consenso che abbiamo riscontrato in chi lotta contro il Muos e contro le 46 antenne della base NRTF n. 8, è la migliore garanzia contro qualunque interessata speculazione”.

 


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