Ad annunciare il ribaltamento della sentenza del Tar sono stati gli attivisti No Muos, con un post su Facebook. La decisione arriva dopo mesi travagliati, con la lunga disputa riguardante le misurazioni dei campi elettromagnetici. Secondo i periti l'impianto non è pericoloso. Il sito rimane comunque sotto sequestro
Muos, accolto ricorso del ministero Per i giudici del Cga non è abusivo
«Brutte notizie. Il Cga ha accolto il ricorso del ministero». È con queste poche parole che gli attivisti No Muos, poco dopo le 13.30, hanno dato la notizia del ribaltamento della sentenza del Tar, riguardo alle autorizzazioni che hanno portato alla realizzazione dell’impianto satellitare all’interno della base americana di Niscemi. I giudici del Tribunale amministrativo avevano dichiarato abusivi i lavori di costruzione.
Il pronunciamento del Consiglio di giustizia amministrativa arriva dopo mesi travagliati, durante i quali numerosi sono stati i motivi di attrito tra le parti. Il nodo centrale della disputa sono state le misurazioni dei campi elettromagnetici prodotti dalle tre parabole di contrada Ulmo. Disposti dai giudici per accertare le potenzialità – in termini di rischio per la salute dell’uomo e della fauna della zona – in un primo momento si sarebbero dovuti svolgere a gennaio. I test, tuttavia, saltarono in seguito alla mancata taratura della strumentazione e delle misure precauzionali per la popolazione.
I giudici imposero comunque al collegio dei verificatori di effettuare le prove, che alla fine si sono svolte a marzo. I periti hanno concluso che le parabole non sono pericolose. I tecnici di parte avevano criticato l’attendibilità dei dati – specialmente quelli riguardanti la potenza massima delle antenne – poiché forniti dall’ambasciata Usa. Su questo punto, i giudici sottolineano che «questi dati non potevano essere acquisiti se non dalla committente e titolare dell’impianto». Cioè gli stessi Stati Uniti. Il Muos, comunque, rimane sotto sequestro penale per ordine del Tribunale di Caltagirone.
Sulla decisione, gli avvocati difensori dei comitati No Muos hanno dichiarato: «Dissentiamo totalmente dalle considerazioni relative alla correttezza del modus operandi dei verificatori e dall’accoglimento da parte del Cga delle loro conclusioni – si legge in una nota – e riteniamo assolutamente scorretta l’interpretazione del del principio di precauzione». Inoltre, secondo i legali, la sentenza «riprende interamente la sentenza parziale emessa il 3 settembre 2015, avverso la quale è stato comunque presentato ricorso per revocazione e del quale attendiamo la trattazione».
Le speranze degli attivisti e l’impegno degli avvocati si sposteranno adesso sul processo penale che inizierà a Caltagirone il 20 maggio. «Continueremo questa battaglia in tutte le sedi in quanto l’illegittimità e l’abusività di quest’opera, oltre che la sua pericolosità, sono certe, come abbiamo più volte dimostrato», aggiungono. A rimanere in ballo, infine, sarebbe anche l’appello incidentale legato all’inedificabilità assoluta all’interno della sughereta. «Il giudice amministrativo non entra nel merito della questione, lasciandola del tutto aperta e quindi da affrontare in sede penale», concludono i legali.