I vigili urbani hanno elevato al ciclofattorino Andrea Genovese un verbale di 87 euro. Per il 10 agosto è stata fissata una seduta del Consiglio della prima Circoscrizione: «Abbiamo invitato anche l'assessore Arcidiacono», dice il consigliere Fabrizio Cadili
Multa al rider in bici e iniziative per annullare il divieto «Vergogna senza precedenti per la mobilità sostenibile»
Lo stesso giorno (mercoledì 3 agosto) in cui venivano inaugurate le otto nuove ciclo-stazioni di Amts per il bike sharing in città, il rider Andrea Genovese si è beccato una multa da 87 euro. Arrivato da via Etnea, è stato fermato dai vigili urbani in piazza Università mentre in sella alla sua bicicletta (non elettrica) stava facendo delle consegne. «Una vergogna senza precedenti nella storia della mobilità sostenibile catanese», è stato il commento di Lungomare Liberato sui social dove la notizia si è presto diffusa suscitando indignazione tra ciclisti e non solo. Il giorno prima a essere stato fermato dalla polizia municipale sempre in pieno centro era stato il consigliere della prima circoscrizione Fabrizio Cadili. «Mi hanno intimato di fare la strada a piedi proprio mentre al loro fianco passavano due motorini elettrici – ha sottolineato – Dunque, il problema a Catania sono le bici. Senza, la città sarebbe sicuramente migliore». Una provocazione a cui il consigliere ha fatto già seguire una convocazione del Consiglio del primo Municipio già fissato per la tarda mattinata di mercoledì 10 agosto. Una seduta (che si terrà alle 11.45 nei locali di via Zurria) per la quale è stata richiesta anche la presenza dell’assessore comunale alla Mobilità Pippo Arcidiacono e a cui sono stati invitati a partecipare pure i cittadini «per fare sentire il proprio dissenso contro questa determina».
Un documento – la determinata dirigenziale 431 – datata 1 luglio 2022 che ha come oggetto Integrazione alle aree pedonali in piazza Duomo, via Etnea e piazza Università. Provvedimento di circolazione. La misura fin da subito ha fatto discutere e, dopo la multa al ciclofattorino, sono in molti a chiedere che venga annullata. «Nell’ambito della riqualificazione di vie e piazze cittadine per aumentare la vivibilità in città – si legge nel documento pubblicato tra gli atti amministrativi sul sito dell’ente comunale – è stato predisposto un coordinato piano di provvedimenti al fine di integrare le aree a fruizione pedonale». Un piano, dopo avere acquisito il parere favorevole dell’assessore alla Mobilità, è entrato in vigore nel cuore del centro storico dove solo quattro giorni fa sono entrate in funzione le telecamere (e sono cominciate a fioccare le multe) per rendere effettiva la Zona a traffico limitato. A informare i cittadini delle novità sulla mobilità sono stati dei fogli attaccati con lo scotch carta su alcuni segnali stradali: «Divieto di transito a biciclette e velocipedi», è la scritta – in parte già sbiadita – che compare accanto a un disegno stilizzato di una bici.
«A Catania, dove le auto sono parcheggiate sbarrando i marciapiedi, dove gli scooter corrono e impennano nelle piazze pedonali, dove i mezzi motorizzati fanno quello che vogliono e dove abbiamo l’inquinamento oltre i limiti previsti e un traffico alle stelle – elencano gli attivisti di Lungomare liberato – il Comune intraprende una crociata contro chi decide di muoversi in modo sostenibile eliminando la possibilità ai velocipedi di percorrere l’ampia via Etnea». E questo in una città in cui le promesse di mobilità troppo spesso non vengono mantenute: aree pedonali non rispettate, anni di attesa per avere un servizio di bike sharing, le piste ciclabili sono spezzate, i parcheggi scambiatori restano spesso vuoti e per l’orario di apertura della metropolitana solo di recente è stata accolta la proposta di allungarlo fino a mezzanotte. Insomma, una città in cui le iniziative sulla mobilità sono «schizofreniche e non ordinate», come sintetizzò il consigliere Salvo Di Salvo durante una seduta del civico consesso.