Msf non sbarca a Lampedusa, migranti a Guardia costiera «Codice non c’entra, nave è troppo grande per quel porto»

Migranti trasbordati a largo di Lampedusa, ieri sera, dalla nave di Medici senza frontiere a due imbarcazioni della Guardia costiera che hanno incrociato l’imbarcazione Prudence della ong a 33 miglia a sud dell’Isola, fuori dalle acque territoriali. Sono stati dunque i mezzi mandati dalla Capitaneria di porto a portare a Lampedusa i 127 migranti che erano stati soccorsi nelle ore precedenti da Msf. 

Secondo quanto riferisce l’Ansa il mancato approdo sarebbe la conseguenza del no della ong al codice di condotta voluto dal ministero dell’Interno. Un rifiuto motivato nei giorni scorsi con un’argomentata lettera. In base a questa interpretazione, Medici senza frontiere sarebbe tagliata fuori dal sistema di soccorsi e dall’approdo nei porti italiani. 

Versione smentita dalla ong. «Non siamo entrati nel porto di Lampedusa – fanno sapere da Msf – perché la nave Prudence è troppo grande per poter sbarcare lì. È stata solo una questione logistica, non abbiamo ricevuta nessun divieto che facesse riferimento al codice né dal ministero né dalla Guardia costiera». 

«Il salvataggio delle persone a bordo – comunica poi in una nota l’ong – era avvenuto nella zona di ricerca e soccorso al largo della costa libica sotto il coordinamento dell’Mrcc (il comando generale delle capitanerie di porto di Roma). Il trasferimento si è svolto senza alcun problema ed è durato circa un’ora. Ora la Prudence si sta dirigendo verso la Sicilia per uno scalo tecnico. L’arrivo è previsto domani mattina al porto di Catania».

Intanto ieri pomeriggio la nave C-Star, del gruppo di estrema destra Generazione identitaria, che ha raggiunto la zona dei soccorsi a largo della Libia, si è avvicinata all’imbarcazione Aquarius della ong Sos Mediterranee. Solo un contatto visivo, ma nessuna tensione, né comunicazione tra i due mezzi. 


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