Gianni Filippini, cranio da cattivone della Spectre, con la moglie Florinda Vicari (ex moglie, attuale moglie, socia storica in affari, boh), bellona compagna/socia in affari del cattivone dello Spectre, e sulla coppia la benedizione di Vittorio Sgarbi, in Sicilia sono parecchio noti. Filippini, aostano, ex manager sportivo, ex agente di spettacolo, ha trovato la pacchia in Sicilia e da tempo è promoter d’arte. Ci giungono voci di malcontenti a Siracusa per la mostra di Mitoraj allestita al parco archeologico di Siracusa con il patrocinio del ministero della Cultura, della Regione siciliana, assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, con il Parco dell’Etna, con il Demanio forestale, con il Comune di Ragalna e con il Comune di Siracusa. Manca solo il patrocinio del presidente della mennulata e siamo a posto. Trasversale, trasversalissimo Filippini lavora con la Destra e con la Sinistra. Celeberrima, a Catania, la sua mostra, insieme a Vittorio Sgarbi, Artisti di Sicilia, pubblicizzata come «la più importante mostra del secolo secondo il New York Times». Fui l’unico a cercare nell’archivio del New York Times traccia di questa sparata di chiappera: niente, il vuoto. Lo scrissi. Nessuna reazione. La scritta appariva in bella vista sui manifesti che tappezzavano le strade. Ma i siciliani sono oramai un popolaccio arretrato e provinciale.
Poi arrivò Picasso, sempre a Catania, sotto l’egida del comunistissimo Orazio Licandro, con l’annuncio di un inedito. Poi l’inedito – puf – non fu mai esposto e la mostra si concluse con una esposizione di tazzine e sottobicchieri di Picasso (che si fa per campare, Pablo). I catanesi ne furono entusiasti: arte da vetrinetta della nonna, buona per il corredo della figlia da maritare. Perché in Sicilia l’arte è così: da splendida cornice (quelle che si regalano per i matrimoni, le splendide cornici in silver). E poi ci fu Giorgio De Chirico a Noto, con il titolo L’impossibile è Noto, sempre con Filippini, Sgarbi, Vicari. Ventisei opere sequestrate con il sospetto di essere contraffatte, tra cui quattro quadri di De Chirico, indagine scaturita dalla denuncia del presidente della fondazione Giorgio e Isa De Chirico: di quei quattro quadri non avevano mai sentito parlare. Cose delle quali nel tempo mi sono occupato. Risultati? Nessuno.
Adesso la cumacca fa la mostra di Mitoraj al parco archeologico. E in tanti sono scontenti. Dicono che ci sono preferenze da parte della politica: ma va? Si va a visitare il parco archeologico e ti ritrovi la mostra di Gianni Filippini & co. Che non è neanche una mostra nuova, già vista ad Agrigento. Ma il curriculum di Filippini & Vicari parla chiaro: piacciono ai sindaci e piacciono agli assessori. Siamo in Sicilia: chi se ne frega dei contenuti della mostra, se è nuova o vecchia, quello che importa è lo sbigliettamento e la rassegna stampa. Comprendo le lamentele. Ma siamo in Sicilia. Rassegnatevi. Se l’arte in Sicilia è pressapochista in mano alle relazioni politiche, sapete che vi dico? Fa bene Filippini ad approfittarsene.
Leggi la risposta di Vittorio Sgarbi a Ottavio Cappellani (e la controreplica dello scrittore)
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