«Ha speso la sua vita per cercare la verità e i resti del corpo dello zio, il sindacalista ucciso dalla mafia, a Corleone nel 1948». Così Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, esprime il suo cordoglio per la morte di Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista rapito e poi ucciso da Cosa nostra. Il suo corpo non […]
Morto a 73 anni Placido Rizzotto, nipote del sindacalista ucciso dalla mafia. I funerali domani a Palermo
«Ha speso la sua vita per cercare la verità e i resti del corpo dello zio, il sindacalista ucciso dalla mafia, a Corleone nel 1948». Così Roberto Lagalla, sindaco di Palermo, esprime il suo cordoglio per la morte di Placido Rizzotto, nipote dell’omonimo sindacalista rapito e poi ucciso da Cosa nostra. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. E il parente, morto a 73 anni, non aveva mai smesso di cercarlo, attraverso l’impegno politico da dirigente del Partito socialista italiano e come sindacalista nel settore bancario. «Una lunga battaglia di impegno civile portata avanti non solo in nome di Placido Rizzotto, ma anche di tutti i sindacalisti vittime della ferocia di Cosa nostra – continua Lagalla – Alla famiglia di Placido Rizzotto rivolgo la vicinanza dell’amministrazione comunale in questo momento di dolore». I funerali saranno celebrati domani alle 11 nella parrocchia del Santissimo Salvatore in Corso dei Mille 751, a Palermo.
«Placido Rizzotto ha mosso i primi passi nella giovanile socialista, collaborando poi alla segreteria politica di Enza Barillà, quando quest’ultima era assessore del Psi al Comune di Palermo – ricorda i suoi trascorsi Antonio Matasso, presidente della fondazione socialista antimafia Carmelo Battaglia e segretario regionale dei socialisti democratici – Ha sempre rivendicato l’appartenenza dello zio omonimo al socialismo siciliano, anche di fronte ai numerosi tentativi di distorcere la storia. Nel 2014 gli abbiamo conferito il premio antimafia Salvatore Carnevale, come riconoscimento al suo impegno politico e sindacale a difesa dei più deboli, nel solco della tradizione familiare. Un uomo buono – conclude Matasso – con cui abbiamo condiviso e vinto la battaglia per far celebrare i funerali di Stato dello zio, il 24 maggio 2012 a Corleone».