La Procura di Catania annuncia che domani si saprà il numero degli indagati. Sono oggetto di accertamento i momenti immediatamente successivi alla nascita, la reazione del 118, «nonché i tempi e le modalità di utilizzo dell’ambulanza e l'adeguatezza del personale e del mezzo rispetto all’emergenza che si prospettava»
Morte della neonata «dipesa da una serie di concause» Indagini sul parto e su adeguatezza del trasferimento
«La morte della piccola Nicole è dipesa da una complessa serie di concause sin dal momento del parto e delle terapie effettuate nelle primissime fasi di vita della bambina». E’ la conclusione a cui è giunta la Procura di Catania a seguito di una preliminare valutazione della documentazione acquisita e dei primi accertamenti condotti dalla polizia, squadra mobile e polizia giudiziaria e coordinati da due sostituti procuratori specializzati in materia.
Gli approfondimenti naturalmente, non si fermano alle prime fasi della vicenda, che si sono svolte nella clinica privata Gibiino di Catania. «Sono oggetto di accertamento – comunica la Procura etnea – anche le modalità di reazione delle strutture centrali, a partire dal 118, nonché i tempi e le modalità di utilizzo dell’autoambulanza e la adeguatezza del personale e del mezzo rispetto all’emergenza che si prospettava».
La neonata è morta il 12 febbraio in un ambulanza, messa a disposizione della stessa clinica, nel tentativo di raggiungere l’ospedale Paternò-Arezzo di Ragusa, dopo che non era stato trovato un posto libero nelle quattro Unità di terapia intensiva neonatale di Catania.
«Sulla base di quanto sin qui raccolto – continua la nota della Procura – sono quindi state effettuate le valutazioni necessarie per ipotizzare responsabilità penali, ai fini del compimento di atti urgenti irripetibili. Domani potrà essere fornita una comunicazione più precisa circa il numero degli indagati, che saranno ovviamente individuati secondo i criteri della responsabilità personale. Lunedì sarà conferito incarico di consulenza medica ad un collegio composto da un medico legale, da un ginecologo e da uno specialista di neonatologia e rianimazione».
Ieri il procuratore capo Giovanni Salvi aveva precisato: «Noi stiamo indagando sulle cause dell’insufficienza respiratoria e sulle azioni di soccorso messe in atto da dopo la nascita, per vedere se è stato fatto tutto il possibile. Sui posti nelle Utin di Catania le informazioni non vanno chieste a noi ma a chi di competenza. A partire dall’assessorato regionale alla Sanità».
E proprio sull’aspetto del sistema sanitario siciliano si è acceso uno scontro politico tra Palermo e Roma. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha avanzato l’ipotesi di commissariare la sanità regionale. Affermazione che ha portato l’assessora Lucia Borsellino a presentare le dimissioni. Oggi il governatore Crocetta, che ha difeso l’esponente della sua giunta, torna sull’argomento. «Ci siamo stancati del fatto che ogni occasione è buona per attaccare il governo della Regione – ha affermato – anche da parte di alcuni esponenti del governo nazionale. Chiederò un chiarimento al sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio. Cosa c’entra con quanto accaduto l’assessore Borsellino? Cosa c’entra il governo? Si è trattato di una morte tragica riconducibile a precise responsabilità e chi ha sbagliato pagherà senza sconti».