Monti leader del Ppe: il fascismo della finanza colpisce ancora

La dittatura della finanza, come ormai sappiamo bene, sta minando le basi delle democrazie europee. E, l’Italia, non fa eccezione. Con l’arrivo di Mario Monti, infatti, la politica del Belpaese si è arresa ai diktat delle Borse, delle banche e dello spread, usato ad arte per incutere il terrore tra la gente.

In Italia, come altrove, i tecnici non sono altro che pedine del Fondo Monetario Internazionale, della Bce e dei mercati finanziari. Tutti impegnati  a curare i deficit pubblici  imponendo deficit democratici.  Non a caso, c’è già chi parla di un nuovo tipo di fascismo: il fascismo finanziario,

Il trattato ESM ne è una diretta espressione. Presentato alle masse come “fondo salva Stati”, in realtà, prevede un ulteriore impegno per gli italiani di 125 miliardi di euro in favore di una organizzazione finanziaria che avrà la possibilità di usare i soldi dello Stato per salvare le banche.

Non solo. Si limitano fortemente i poteri delle Autonomie locali. Come ha spiegto a LinkSicilia la studiosa di Economia, Lidia Undiemi: “L’equilibrio (o pareggio) di bilancio in Costituzione limita fortemente i margini di spesa dello Stato e delle Regioni.Il principio è stato introdotto negli artt. 81, 97, 117 e 119″. “Nell’art. 119 si pongono  espliciti vincoli all’autonomia finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni sottoposte al “rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci” e alla “osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea”.

Insomma se non è fascismo finanziario, ci somiglia molto. Il potere dei nuovi gerarchi è talmente tracotante da non avere più argini. Decidono loro chi deve canddarsi nei Paesi europei (altrimenti usano l’arma dello spread e del debito pubblico) e decidono loro  chi sono i leader dei partiti.

Il consenso popolare, espresso da elezioni democratiche, sembra non contare più nulla. Quanto sta accadeno in Italia n questi giorni è emblematico. L’annuncio della ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi ha scatenato la rivolta dei tecnocrati della finanza europea. E, vedi caso, il giorno dell’anuncio, pure lo spread era risalito. Berlusconi, di suo, non è difendibile. Ma un’ingerenza così forte di potenze straniere nella politica italiana è di una gravità inaudita. Agli italiani non è più consentito scegliere (o bocciare) i propri esponenti politici-istituzionali.

Come se non bastasse, un altro evento celebrato in Europa, ha attentato violentemente alla democrazia, oltre che alla logica e alla decenza.

Abbiamo appreso, che, come per magia, Mario Monti, è diventato il leader del Partito popolare europeo in Italia.  E come è successo? Ma non era un tecnico? Quanti voti ha alle spalle in Italia per meritare tale titolo?

Ai poteri della finanza europea non interessa. Hanno voluto, con questo endorsement targato Ue, dotare Monti di una sorta di patente ‘politica‘. Non serve il voto, basta la parola, quella loro. Un tentativo  di garantire la prosecuzione dell’asservimento della politica alla finanza, e con Monti, non ci sarebbero problemi.

Farebbe ridere, se non fosse drammatico, anche un’altro particolare: Mr Monti, che da quando è al potere, ha massacrato rigorosamente i ceti popolari, diventa leader di un partito che li dovrebbe rappresentare. Un ossimoro, una contraddizione in termini spaventosa.

Una situazione paradossale, paragonabile al Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea. A quell’Europa ‘Unita’ che ha letteralmente ammazzato migliaia di esseri umani a Srebrenica, nel Kossovo, a Belgrado, Banja Lika, Tuzla, Sarajevo, Pristina, Mostar e tante altre città dell’ex-Jugoslavia, della Moldavia, della Georgia, dell’Azerbaijan viene attribuito il Premio Nobel per la Pace!

Quell’Europa che sta tentando, letteralmente, di ammazzare i greci riducendoli alla fame, nel nome dell’ equilibrio di bilancio, e che nega loro pure i farmaci anti-tumorali.   E, che, ora, ha deciso di sferrare il colpo mortale alla democrazia e alla politica nel nome della dittatura della finanza.

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