Il leader degli industriali siciliani, Antonello Montante, non perde occasione per impartire lezioni al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
“Investa o sarà la fine” tuona Antonello da Caltanissetta in ogni dove. Ovviamente, tra gli investimenti sponsorizzati da Confindustria, c’è di tutto, comprese quelle opere a cui si oppongono i territori e che andranno ad arricchire solo le tasche di qualcuno. Dal rigassifciatore della Valle dei Templi, all’eletrodotto Terna fino al Muos di Niscemi.
Montante, da novello economista, si diletta nel fornire ricette di crescita e di sviluppo per la Sicilia esortando Crocetta a distinguersi dai governi che lo hanno preceduto.
Peccato che nel governo che lo ha preceduto Confindustria era più che presente. Controllava l’assessorato regionale alle Attività produttive. Come lo controlla anche ora. E, pare, che di atti concreti volti allo sviluppo reale dell’economia siciliana, non ne siano arrivati né prima né in questi giorni.
Eppure, Montante è sicuro che lui ‘lo sa fare’. Lui si che saprebbe come fare crescere la Sicilia.
Non vogliamo dare retta a quei maligni che dubitano della reale rappresentatività del tessuto imprenditoriale siciliano di Confindustria Sicilia, ma ci chiediamo come mai Montante non si sia candidato, lui stesso, alla Presidenza della Regione siciliana. Visto che ha le chiavi per la rinascita della Sicilia.
Se è così, e se non è sufficiente piazzare i propri uomini (e le proprie donne) ai vertici dell’amministrazione regionale, scenda in campo. I siciliani saranno con lui. D’altronde di Confindustria Sicilia ci si può fidare e i fatti lo hanno sempre dimostrato, forse….
Più ‘verace’ sembra il leader nazionale di Confindustria, Giorgio Squinzi. Che, intanto, si è distinto per le ‘botte’ al governo Monti. E che, oggi a Palermo, si è soffermato sull’economia reale: “L’interesse del Paese in questo momento ha detto richiede come priorità assoluta quella di concentrarsi sull’economia reale”. Che, con gli affari di grossi gruppi arrivati in Sicilia, ha poco a che fare.
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