I tre schermidori della nazionale azzurra Paolo Pizzo, Daniele Garozzo ed Enrico Garozzo non nascondono la forte contrarietà per la scarsa partecipazione di pubblico al PalaTupparello di Acireale durante la competizione militare: «Una possibilità non sfruttata», dicono in coro. Parlando anche di autoreferenzialità dello sport
Mondiali di scherma, delusione per il flop di pubblico «Quel palazzetto vuoto è stato una totale figuraccia»
Più forte del compiacimento per il primo posto nel medagliere e della felicità di gareggiare nella propria terra. È la delusione mostrata dagli atleti siciliani per la scarsa cornice di pubblico che ha accompagnato la 45esima edizione dei Mondiali militari di Scherma, ospitati ad Acireale e Caltagirone dal 13 al 17 settembre. La città calatina, che è stata sede per le gare a squadre sabato 16, ha in realtà fatto registrare una buona risposta di tifo: lo stesso non si può dire per il Pala Tupparello di Acireale che ha visto, nel corso della manifestazione, troppi spazi vuoti sugli spalti. Una assenza che fa ancor più rumore, se si pensa che la nazionale azzurra si è presentata all’appuntamento siciliano con una nutrita pattuglia di medagliati mondiali e olimpici provenienti dall’Isola: c’erano i padroni di casa Daniele (campione olimpico ed europeo in carica) ed Enrico Garozzo, il fresco campione del mondo individuale di spada Paolo Pizzo, la vicecampionessa olimpica e due volte iridata Rossella Fiamingo, il modicano Giorgio Avola.
Avere l’élite della scherma azzurra, purtroppo, non è stato sufficiente per attrarre i tifosi al Pala Tupparello: un dato che non poteva non portare a una certa delusione tra gli schermidori siciliani. Paolo Pizzo, in primis, non le manda a dire: «Vedere il palazzetto vuoto ha rappresentato per me una delusione totale. In Sicilia si parla sempre e solo di calcio e una possibilità del genere non viene sfruttata a dovere. Sono il primo a seguire molti sport – ammette Pizzo – tifo per il Calcio Catania, l’Amatori e l’Orizzonte: però siamo tornati in Sicilia dopo tanto tempo e mi ha fatto male constatare come soltanto nel giorno conclusivo ci sia stata una minima presenza di pubblico. Questa è stata una figuraccia: la Federazione ha fatto il suo lavoro, l’evento è stato ben organizzato, le società sportive ci sono. A mancare stavolta sono stati gli appassionati di sport, bravi soltanto a far chiacchiere: abbiamo perso una grande opportunità».
Gli fa eco Daniele Garozzo che, se possibile, è ancora più netto di Paolo Pizzo: il fiorettista di Acireale aspettava l’evento per tornare a gareggiare nella sua città a distanza di nove anni dai Mondiali juniores che lo avevano visto trionfatore. «Ci siamo rimasti male: anche noi atleti dobbiamo fare un mea culpa, però. Se non siamo appetibili da un punto di vista sportivo e di immagine dobbiamo analizzare gli errori e ripartire. La città di Acireale ha senza dubbio mostrato uno scarso senso di appartenenza, ma è altrettanto palese che la manifestazione sia stata resa poco appetibile al pubblico. A riprova di ciò – ribadisce Garozzo – è evidente come il rugby, sport in cui non abbiamo tradizione, riesca comunque a riempire gli stadi durante gli appuntamenti della nazionale: questo perché le persone si divertono. Farò di tutto per coinvolgere atleti e federazioni a riflettere su nuove soluzioni». Secondo Garozzo, «è chiaro come questo format non funzioni e vada cambiato al più presto. Forse – conclude Garozzo – l’era dei palazzetti è morta: bisognerebbe portare gli eventi nelle piazze».
A dire la sua c’è anche Enrico Garozzo, che sottolinea come l’autoreferenzialità del mondo della scherma possa costituire un danno rilevante: «Pensavo a una risposta diversa da parte della città di Acireale in primis e della provincia in generale. Avendo avuto la possibilità di organizzare un grande evento, tutti quanti dovevamo essere pronti a sfruttare l’occasione. Il dispiacere è enorme, perché avrebbe fatto piacere a tutti poter dimostrare che la Sicilia riesce a distinguersi per la passione della gente: mi attendevo un riscontro simile a quello dei Mondiali juniores del 2008. Paghiamo forse lo scotto di guerre tra poveri, che hanno portato alcune realtà schermistiche a boicottare l’evento: serve più unità». Sul rischio autoreferenzialità, lo schermidore acese è chiaro: «Dobbiamo fare tutti dei passi avanti. La scherma non può essere considerata solo un elemento a nostro uso e consumo. Non dobbiamo finire le manifestazioni il prima possibile per andare via, adeguando gli orari alle esigenze del pubblico: dovremmo cercare – prosegue Enrico Garozzo – di rendere più comprensibile lo svolgimento della gara, con uno speaker che spieghi tramite ausilio video cosa e perché è successo. Abbiamo la necessità di aprirci alle innovazioni».
La speranza è che, al prossimo appuntamento internazionale di scherma che si terrà in Sicilia, l’attenzione vada solo sui risultati sportivi, anche questa volta egregi per il contingente siciliano: spicca l’argento individuale nella spada per Enrico Garozzo, l’oro nel fioretto a squadre per Daniele Garozzo e Giorgio Avola e il bronzo nella gara di fioretto individuale di Daniele Garozzo, oltre alla medaglia di bronzo di Rossella Fiamingo nella spada femminile a squadre.