Quello delle bici condivise torna a essere un tema per la città di Catania. Lo scorso gennaio Palazzo degli elefanti ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse ed «è arrivata una proposta di una ditta», conferma a MeridioNews l'assessore Rosario D'Agata. Intanto ci si chiede che fine abbia fatto l'esperimento del Porto
Mobilità, in Comune una proposta di bike sharing La promessa di sostenibilità finora mai mantenuta
A Catania si torna a parlare del servizio di bike sharing, uno degli interventi finora mancati in ambito di mobilità sostenibile nel capoluogo etneo. Ottomila nuove biciclette da utilizzare per le vie della città come forma alternativa di mezzo di trasporto per migliorare la situazione del traffico e diminuirne l’impatto di inquinamento sull’ambiente. Sarebbe questo il senso della sperimentazione del servizio di bike sharing free flow (cioè, a flusso libero senza le postazioni fisse), che dovrebbe durare tre anni, per cui il Comune di Catania ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse lo scorso 25 gennaio e i cui termini di presentazione sono scaduti venerdì 16 febbraio. E per il quale è arrivata a Palazzo degli elefanti una offerta.
«È vero – conferma a MeridioNews l’assessore alla Mobilità, Rosario D’Agata – stiamo già effettuando i primi adempimenti per la nomina della commissione tecnica appositamente costituita che la esaminerà e valuterà». La commissione ha 30 giorni di tempo, ma assicura D’Agata «la valutazione si potrebbe concludere anche entro le prossime due settimane». Le intenzioni sembrano buone ma, per vedere realizzato il progetto, si potrebbe dover attendere anche fino al 2019. Considerato il fatto che l’avviso resta valido per un anno ed è prorogabile per un ulteriore anno se le offerte presentate non soddisfino il requisito numerico degli ottomila mezzi a due ruote a disposizione.
Un sistema di gestione automatizzato con un’apposita applicazione per smartphone per visualizzare le bici disponibili, prenotarle, sbloccarle a inizio utilizzo e bloccarle al termine, pagare in modo sicuro e identificabile, segnalare guasti, malfunzionamenti o comportamenti scorretti da parte di altri utenti. Biciclette realizzate con materiali resistenti «contro gli atti vandalici» e fornite di sistema gps per la localizzazione «anche in caso di furto». Utilizzabili ogni giorno, 24 ore su 24, e sempre in condizioni di funzionamento ottimali garantito da «un programma di manutenzione periodica e straordinaria che consenta di mantenere i veicoli – come si legge nell’avviso – in perfetto stato di efficienza». Così almeno si spiega nelle caratteristiche richieste alle ditte che vogliano presentare le proprie proposte.
L’idea del servizio di bike sharing a Catania torna in voga durante lo scorso mese di ottobre, a conclusione della terza conferenza nazionale sulla Mobilità sostenibile. È un post sul profilo pubblico su Facebook del sindaco Enzo Bianco ad annunciarlo: «Fra un mese proprio a Catania partirà la prima iniziativa per discutere sui problemi e le proposte per la mobilità sostenibile ed è probabile – si legge – che, dopo Milano, arrivi a febbraio a Catania Ofo (la prima piattaforma al mondo di bike sharing station-free, ndr)». Al momento, non è ancora dato sapere se la ditta che ha presentato l’offerta sia realmente la Ofo.
«In quella occasione siamo stati noi a sponsorizzare la nascita di questo progetto – racconta il presidente di Fiab Catania MontainBike Sicilia, Marco Oddo – invitando e ospitando nel nostro gazebo le biciclette l’azienda Ofo. Speriamo che intanto si crei in città un clima di attesa e di speranza che eviti che si replichino anche qui, in futuro, gli atti di vandalismo che ho constatato perfino in città come Milano che si ritengono molto più civili di noi. Bisogna anche entrare nell’ottica – aggiunge – che le biciclette non sono solo un mezzo per passeggiate domenicali di diletto ma un utile mezzo di trasporto». Oltre al servizio di bike sharing free flow, ci sarebbe anche un progetto per il servizio a base fissa che è stato inserito nel quadro d’insieme del Pon Metro che dovrebbe concludersi nel 2020 ma che presenta già dei ritardi.
Intanto i catanesi aspettano ancora la realizzazione del progetto di bike sharing del Porto che aveva preso avvio nel 2014 e aveva avuto un costo di circa 260mila euro. Circa quattro anni fa, infatti, l’autorità portuale aveva finanziato il servizio di bici elettriche e l’allora commissario straordinario dell’ente, Cosimo Indaco, aveva assicurato che sarebbe stato il regalo di Natale di quell’anno per tutti i cittadini. Fra le molte lungaggini burocratiche, l’inaugurazione è stata rimandata di volta in volta fino a quando gli stalli si sono trasformati in parcheggi all’aperto. Di biciclette da noleggiare non se ne sono viste e il servizio non è mai stato attivato. Altra parte interessata era l’Amt che, oltre a conservare nei suoi depositi le 130 biciclette donate al Comune dall’ateneo etneo, avrebbe dovuto anche gestire l’intero servizio di bike sharing. Chi si era occupato del progetto all’epoca non è più in carica negli enti coinvolti e non ricorda dove si fosse bloccato l’avanzamento dei lavori. Le uniche informazioni aggiornate riguardano generici «problemi legati all’individuazione della ditta affidataria». Abbiamo provato, senza successo, a contattare l’attuale presidente dell’Autorità portuale e i responsabili del progetto.