La Scuola al centro contro il disagio sociale e la dispersione. Questo il progetto che partirà a luglio e sarà finanziato con dieci milioni di euro. L'iniziativa riguarda quattro tra le più grandi città italiane dove si registra il maggior numero di abbandoni scolastici, di ripetenti e di studenti stranieri
Miur, scuole aperte d’estate anche a Palermo «Vogliamo che nessuno si perda per strada»
La Scuola al centro contro il disagio sociale e la dispersione. Questo il progetto del Miur che parte dal primo di luglio di quest’anno, che sarà finanziato con dieci milioni di euro. L’iniziativa riguarda quattro tra le più grandi città italiane dove si registra il maggior numero di abbandoni scolastici, di ripetenti e di studenti stranieri, soprattutto nelle aree disagiate di Napoli, Roma, Palermo, Milano. La scuola, in una prima fase di sperimentazione, si apre così agli alunni e alle loro famiglie, per essere luogo di ritrovo per i ragazzi e i genitori oltre i tempi classici della didattica: il pomeriggio, il sabato, nei giorni di vacanza. Si parte quindi dal presupposto che la periferia non sia solo una categoria geografica, ma il luogo dove albergano l’esclusione e l’emarginazione, fenomeni che possono verificarsi dentro le città o ai loro margini.
«Andiamo oltre la concezione della scuola come luogo del sapere avulso dal territorio in cui si trova – dice il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone a Meridionews – La scuola forma ed educa, fa diventare cittadini responsabili e riesce tanto più in questo compito, quanto più è capace di aprirsi. L’abbiamo detto chiaramente con la Buona Scuola, continuiamo a ribadirlo con lo stanziamento di 10 milioni per “Scuola al Centro”». In particolare per Palermo sono a disposizione 1.235.597 euro per almeno 82 scuole coinvolte.
«Abbiamo investito risorse economiche e contiamo tanto su dirigenti e professori impegnati in questa azione – aggiunge Faraone – fondamentale per combattere la dispersione scolastica e per essere supporto a ragazzi e famiglie in contesti sociali difficili. Vogliamo che nessuno si perda per strada, vogliamo che ciascun alunno possa definire il proprio futuro in base alle proprie inclinazioni e ai propri sogni. E per fare questo la scuola deve essere in grado non solo di fornire nozioni, ma anche di dare strumenti utili per il domani. Per questo scuole aperte nel pomeriggio e in estate, luoghi vivi in cui sperimentarsi con la musica e con lo sport, giusto per fare qualche esempio».
Il progetto #ScuolaCentro prevede l’avvio di un programma di didattica integrativa attraverso la previsione di attività extra-curricolari nelle istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado. Le scuole potranno candidarsi fino al 20 giugno sul portale www.areearischio.it e compilare un form online in cui verranno richieste le principali informazioni relative al progetto da presentare. «E non sono le uniche misure in campo per la lotta alla dispersione: l’alternanza scuola-lavoro prevista nella legge 107/2015 è un altro tassello fondamentale di questa azione – precisa ancora Faraone – come anche lo stanziamento di fondi Pon per il 2014/2020 che per le regioni del Sud Italia è di 440 milioni. Siamo attrezzati per fare bene e, nel caso specifico della Sicilia, i dati ad oggi sono confortanti: evidenziano un quadro di abbattimento sensibile in alcuni quartieri. La strada intrapresa è quella giusta».
La proposta sembra trovare il consenso degli studenti. Secondo una recente ricerca di Skuola.net, sull’apertura degli istituti nel pomeriggio, la stragrande maggioranza è favorevole. Critico il sindacato Anief. «Le scuole aperte d’estate? È il solito annuncio-spot e, ammesso che sia giusto per i ragazzi, dove sono i fondi per pagare formatori e personale?».