Misterbianco, laboratorio d’innovazione con Unict Sostegno alle start-up e polemica Confcommercio

Un battesimo all’insegna di qualche polemica quello dell’Urban innovation laboratory, il nuovo spazio dedicato ai giovani e destinato ad assistenza e supporto alle start-up, nato ufficialmente ieri mattina con l’accordo firmato dal rettore dell’università di Catania Giacomo Pignataro e dal sindaco di Misterbianco Antonino Di Guardo. Un’idea che in realtà sarebbe nata già nel 2008 dai due enti e presa in considerazione da Confcommercio nel 2013 in occasione di un tavolo tecnico lanciato dall’allora presidente Giovanna Giuffrida e dal vice Gaetano Musumeci – che avrebbero coinvolto, sostengono, vari operatori commerciali della zona e il professore Rosario Faraci – per rispondere alla crescente crisi del settore commerciale.

«Confcommercio Misterbianco è stata il collante tra i vari attori – spiega la presidente Rosalinda Scuderi – e l’anno dopo l’idea che le imprese del territorio mettessero a disposizione gratuitamente i propri locali ai giovani sembrava concretizzarsi». Ma a questo proposito sarebbe seguito un blackout, dopo il quale Confcommercio non sarebbe stata più contattata dagli interessati. Fino a qualche giorno fa, quando l’associazione è stata invitata alla stipula della convenzione tra Comune e ateneo. «Abbiamo comunicato alle parti che nessun componente del direttivo avrebbe presenziato alla firma di qualcosa di cui non conoscevamo i dettagli e a scatola chiusa, ma restiamo a disposizione di qualsiasi ente che ritenga opportuno costruire assieme qualcosa di utile per il bene dell’ imprenditoria locale».

La sede scelta per il nuovo spazio è il Laboratorio di città Nelson Mandela di via Giuseppe Barone, dove si trovano un teatro, un auditorium, una galleria d’arte, una mediateca, oltre a una struttura a disposizione dei giovani universitari e una pensata per sviluppare iniziative innovative. Il tutto realizzato con fondi europei «immensi – come spiega il sindaco di Misterbianco Antonino Di Guardo – provenienti da un progetto da 50 miliardi di vecchie lire che ci siamo aggiudicati nel 2000 e con cui abbiamo realizzato tantissime cose». Tra queste la nuova struttura che ospiterà l’esperimento di collaborazione tra università e Comune di Misterbianco per «l’unico incubatore di impresa realizzato in Sicilia dall’unione di questi due enti – aggiunge il sindaco – che ha lo scopo di favorire le nuove leve e incoraggiarle nello sviluppo delle imprese e ad andare avanti».

«Dietro alla firma della convenzione ci sono mesi e mesi di interlocuzione con l’amministrazione comunale e ancor prima con alcune associazioni di categoria del territorio, a cominciare da Confcommercio», spiega il professore Rosario Faraci, presidente del Capitt (Centro per l’aggiornamento delle professioni e per l’innovazione e il trasferimento tecnologico dell’ateneo). Una struttura universitaria che proprio nella nuova sede potrà svolgere attività di assistenza, formazione, consulenza per lo sviluppo di uno spazio di co-working e incubazione di iniziative imprenditoriali legate al territorio. «Riguardo la polemica, credo che la delegazione locale di Misterbianco abbia assunto un’iniziativa autonoma rispetto alla linea provinciale, informata di tutto sin dall’inizio. Questo è un progetto diverso, ma complementare a quello che prima o poi partirà con loro».

E il nuovo laboratorio d’innovazione urbano rappresenterebbe per Faraci «il primo passo di un progetto che coinvolgerà tutti gli operatori economici del territorio per rilanciare il concetto del fare impresa in una delle zone a più elevata vocazione commerciale di tutta la Sicilia, che purtroppo risente più di altre della crisi economica e dei mercati di sbocco tradizionali». Con la Confcommercio il Capitt sta pensando da tempo di «mettere a sistema gli spazi resi disponibili da alcuni imprenditori commerciali per promuovere nuove iniziative di business, magari nel campo dell’e-commerce e dei nuovi canali di distribuzione». «Proveremo – conclude il professore – a trasformare il Laboratorio di città Nelson Mandela in una vera e propria casa dell’innovazione fruibile anche da chi vive al di fuori di quel territorio». 


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