Le storie di donne coraggiose sbarcano tra i banchi di scuola a Misilmeri. Franca aveva diciannove anni e non si occupava di politica. Viveva ad Alcamo, in quel lontano (ma non troppo) 1966. La sua bellezza attira un pretendente, Filippo Melodia, legato alla mafia rurale del luogo. Un’attrazione che si trasforma in rapimento e stupro quando il padre di Franca, Bernardo, davanti alle minacce di Filippo non si piega. E’ così che la notte del 26 dicembre 1966 Melodia, fa irruzione, con la pistola in mano, in casa Viola, aiutato da 12 compari, portando via Franca e il fratellino. Passa otto giorni reclusa in casa di campagna di una sorella di Filippo, viene minacciata, malmenata, violentata. Ma non si piega. Rifiuta le nozze riparatrici e trascina in tribunale Filippo Melodia, che viene condannato. Proprio quell’Italia dell’articolo 544 del Codice penale – abolito solo nel 1981 – è stata al centro della manifestazione della scuola media statale Cosmo Guastella dal titolo La condizione femminile: tra disparità e violenza.
Un evento che ha visto studenti, docenti e genitori lavorare a stretto contatto per dare voce ai tanti drammi della violenza sulle donne e al racconto delle tante mancate opportunità per esse. E così, da Franca Viola a Sophie Germain – matematica francese che visse durante i turbolenti anni della Rivoluzione e alla quale dobbiamo il Teorema di Germain, importante contributo alla teoria dei numeri -, dalla testimonianza di tante donne impegnate nei più disparati lavori ritenuti ancora oggi appannaggio maschile alla santificazione della legge e della giurisprudenza che, passo dopo passo, ha bollato come anacronistiche altre leggi discriminatorie quando non nocive, la manifestazione ha celebrato la condizione femminile senza mistificazione.
Fino alla presentazione di uno spot antiviolenza interamente realizzato dai ragazzi, fino al racconto del femminicidio attraverso la voce delle studentesse, delle docenti e delle madri che hanno raccontato e messo in scena una tragedia nazionale che sparge vittime come una guerra. Lo spunto è venuto dal libro del giornalista Riccardo Iacona, studiato e sviscerato e quindi rappresentato scenicamente. «Una giornata che con un ‘basta’ ha squarciato il velo dell’indifferenza. Da ripetere» afferma una delle mamme del Comitato Genitori che ha collaborato attivamente all’evento.
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