Gian Luca Galletti ospite all'università di Messina torna sulla scelta del governo Renzi di costruire in Sicilia impianti in grado di bruciare 700mila tonnellate di spazzatura. «Non li amo, ma odio le discariche e non ci sono più scuse», ha detto. Per poi dedicare un rapido commento anche al Ponte sullo Stretto
Ministro Ambiente su rifiuti e termovalorizzatori «O si dimostra che non servono, o bisogna farli»
«O mi si dimostra coi fatti che non servono i termovalorizzatori, o bisogna farli». Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ospite a Messina, torna a parla della situazione rifiuti e della decisione del governo Renzi di costruire nell’Isola gli impianti per bruciarli. Due di grandi dimensioni nelle intenzioni originali, diventati sei più piccoli nella versione aggiornata dall’esecutivo di Rosario Crocetta.
«Non amo i termovalorizzatori, ma odio le discariche – ha affermato il ministro -. In Sicilia il 12 per cento di differenziata è bassa, come l’8 per cento di Messina. Questa regione deve migliorare sulla differenziata, deve dismettere le discariche, che sono il male dell’ambiente. Non ci sono più scuse. C’è sempre stato e ci sarà da parte mia l’impegno al confronto con la Regione per la ricerca di soluzioni». I sei termovalorizzatori sorgeranno nelle aree di Palermo, Catania, Gela, Messina, Agrigento ed Enna. E, secondo i piani del ministero contenuti nello Sblocca Italia, dovranno bruciare 700mila tonnellate di rifiuti all’anno, cioè circa il 30 per cento del totale della spazzatura prodotta nel 2013 nell’Isola, pari a 2 milioni 391mila tonnellate. Il resto dovrebbe essere smaltito attraverso il riciclo. «È chiaro che qui in Sicilia – ha sottolineato Galletti – abbiamo una situazione molto difficile, con una percentuale di raccolta differenziata troppo bassa e poca termovalorizzazione, vuol dire che stiamo utilizzando lo strumento peggiore, la discarica, questo non lo posso permettere».
Il ministro ha partecipato stamani all’inaugurazione del Laboratorio Cerisi (Centro di ricerca d’eccellenza e innovazione per strutture e infrastrutture di grandi dimensioni) all’Università di Messina. Si tratta di un centro con apparecchiature all’avanguardia dal punta di vista tecnologico per fare test su sistemi di ingegneria sismica, geotecnica, navale, meccanica e geofisica. Definito dal ministro «un’eccellenza da esportare». E pomeriggio sarà ospite ad Aci Castello. Prima di andare via ha dedicato un passaggio anche al ponte sullo Stretto. «È in agenda ma ci sono tante altre priorità, penso ad esempio, per quanto riguarda la Sicilia, a quelle ambientali».