Mini-bando per i rifiuti, i legami tra Ecocar e Ipi Gli interessi dei Deodati sulla spazzatura etnea

La spazzatura catanese continua ad attirare l’interesse di una famiglia romana. Sempre la stessa: i Deodati, proprietari di aziende che sulla raccolta dei rifiuti hanno costruito imperi, di padre in figlio. Attratti entrambi dal capoluogo etneo. Così, dopo che negli ultimi sei anni la gestione dell’immondizia etnea è stata nelle mani del consorzio d’imprese formato dalle aziende Oikos e Ipi – entrambe destinatarie di interdittive antimafia -, il Comune di Catania tenta di tappare il buco causato dall’assenza di offerte alla gara d’appalto settennale da 350 milioni di euro. E lo fa con una procedura negoziata per un mini affidamento da 106 giorni, rinnovabile per due volte, e del valore di undici milioni di euro. Che prevede obiettivi vicini non a quelli della nuova gara settennale, ma al capitolato d’appalto precedente (2011-2016). Anche in questo caso le aziende del settore non sgomitano per partecipare. E si presenta, come raccontato a gennaio da MeridioNewsuna sola associazione temporanea d’imprese: a comporla sono Senesi ed Ecocar. La cui offerta tecnica sarà valutata questa mattina.

E se della prima, Senesi, in provincia di Catania si è già sentito parlare per via della gestione dei rifiuti ad Aci Sant’Antonio, Aci Catena e Acireale (e dell’interdittiva antimafia della prefettura di Fermo, poi annullata), di Ecocar all’ombra dell’Etna poco si sa. Eppure con l’azienda Ipi condivide parte della proprietà: Antonio Deodati, imprenditore romano, possiede il 50 per cento di Ecocar e il 29 per cento di Ipi. Fino a ottobre 2016, poi, le due imprese condividevano anche la sede legale: via dell’Elzeviro 29, a Roma. Sempre tra i componenti della famiglia Deodati è stato poi scelto l’amministratore unico di Ecocar: Francesco Deodati, cugino di Antonio e nipote dell’anziano Angelo Deodati, fondatore di Ipi e più volte finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura per le sue attività nel settore dei rifiuti. Interessi che condivide con il vicino imprenditore Manlio Cerroni, nato come lui a Pisoniano (un Comune di meno di mille anime in provincia di Roma), re dei rifiuti in Italia e patron della discarica di Malagrotta, la più grande d’Europa, che gli è costata un processo – adesso in corso – per disastro ambientale.

In mezzo a questi intrecci familiari e di amicizie c’è anche un intreccio di interdittive antimafia. A metà 2014 su Ecocar, che ora si candida a gestire la raccolta dei rifiuti a Catania insieme a Senesi, cade la scure di un provvedimento della prefettura capitolina. L’azienda, che adesso si occupa della spazzatura a Caserta, in quel periodo gestiva l’appalto nel Comune di Gaeta, nel Lazio, così l’Anac (l’Autorità nazionale anticorruzione) invita la competente prefettura di Latina a disporre il commissariamento dell’azienda. Secondo il presidente Raffaele Cantone, l’azienda avrebbe avuto «legami con un clan camorristico particolarmente pericoloso e ancora attivo in territorio di una provincia limitrofa a quella di Latina». Un’accusa che cadrà del tutto poco più di due anni dopo, quando prima il Tar (nel 2015) e poi il Consiglio di Stato (nel 2016) annullano il provvedimento.

A Catania la situazione resta intricata. L’appalto Ipi-Oikos è scaduto a febbraio 2016. In mezzo c’è stata l’interdittiva antimafia per entrambe le aziende, il processo Terra nostra per presunta corruzione nella gestione del ciclo dei rifiuti a carico di Mimmo Proto (patron di Oikos), e la proroga unilaterale per l’igiene urbana cittadina al consorzio, voluta dal Comune e durata più di un anno. Oikos spa, nel frattempo, è tornata alla famiglia Proto perché il Consiglio di giustizia amministrativa a dicembre 2016 ha annullato la gestione commissariale dell’azienda, ritenendo che il provvedimento interdittivo non fosse «assistito da motivazioni convincenti e sufficienti». Appena un mese dopo, l’11 gennaio 2017, la gara d’appalto settennale per la raccolta dei rifiuti è andata deserta. «I requisiti d’accesso escludono le imprese siciliane», attaccava la ditta Dusty. Alla quale ha risposto, a fine febbraio di quest’anno, l’Autorità anticorruzione, che ha chiesto chiarimenti al Comune. Nell’attesa è stato fatto, con requisiti simili a quelli dell’affidamento vinto da Ipi-Oikos ormai sei anni fa, il mini-bando che adesso sembra stia per arrivare a un esito favorevole a Senesi-Ecocar. A occuparsi di tutto sarà l’ingegnere 33enne Leonardo Musumeci che, come anticipato da MeridioNews, è il nuovo dirigente dell’Ecologia del Comune di Catania.


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