Nel mirino della procura di Caltagirone ci sono alcuni affidamenti da parte del Comune di diversi lavori. Valore degli appalti: 60mila euro. Nel registro degli indagati figurano i nomi della prima cittadina Anna Aloisi e dell'ex presidente di Sol.Calatino Paolo Ragusa, già coinvolti in altre due indagini che riguardano il Cara
Mineo, nuova inchiesta sulle cooperative sociali Indagati in nove, tra loro sindaca ed ex assessori
«Stiamo ancora lavorando». Così il procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera rispondeva poco meno di due mesi fa alle domande sul complesso di cooperative sociali che operano a Mineo, nel Catanese. E oggi, come riporta il quotidiano La Sicilia, l’inchiesta – partita dalla gestione del Centro di prima accoglienza per richiedenti asilo – si arricchisce di un nuovo capitolo. La sindaca Anna Aloisi, tre ex assessori, l’ex presidente della coop Sol.Calatino, due dirigenti comunali e due impiegati sono iscritti nel registro degli indagati. L’accusa è di tentata concussione in atti d’ufficio e tentato abuso d’ufficio.
L’inchiesta prende in esame alcuni affidamenti a cooperative sociali di lavori per 60mila euro da parte del Comune. Gli avvisi sono stati inviati alla sindaca, agli ex assessori Giuseppe Biazzo, Maurizio Gulizia e Massimo Pulici, all’ex vertice di Sol.Calatino Paolo Ragusa. E poi i dirigenti Domenico Caccamo e Tommasa Saitta e gli impiegati Vincenzo Camuti e Giuseppe La Rosa. Nel mirino degli inquirenti ci sono gare per la manutenzione del verde pubblico, lavori di mantenimento in alcune strade e pulizie straordinarie e scerbamento all’interno del cimitero. Gli interrogatori sono fissati tra venerdì e sabato.
Anna Aloisi, Paolo Ragusa e Maurizio Gulizia sono coinvolti anche in un’altra indagine che riguarda alcune assunzioni nelle cooperative che lavorano al Cara. Capitolo ancora più importante è quello dell’inchiesta sull’assegnazione della gestione del Cara all’associazione temporanea di imprese Casa della Solidarietà. In quest’ultima indagine, assieme a quelli di Ragusa e Aloisi, figura anche il nome di Giuseppe Castiglione, allora presidente della provincia di Catania, oggi coordinatore di Ncd Sicilia e sottosegretario all’Agricoltura. L’appalto sfiora i cento milioni di euro, è ritenuto uno degli elementi da chiarire nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma Mafia capitale.