Mineo, 500 migranti ospiti del Cara in corteo Scontri con le forze dell’ordine a Palagonia

Ore 14.20: I migranti, riuniti nella piazza del centro palagonese, hanno scritto un documento in inglese, una piattaforma con le ragioni della protesta e cosa chiedono. Loro intenzione è consegnarla al sindaco Valerio Marletta.

Ore 13.50: I migranti si sono seduti a terra, in una sorta di presidio. La situazione è tornata tranquilla. È invece bloccata la strada che dalla statale porta a Mineo. C’è un altro gruppo che protesta, ma non ci sono scontri.

Ore 13.40: I manifestanti sono arrivati nella piazza del Municipio di Palagonia. Da una parte gli immigrati, dall’altra le forze dell’ordine, da un’altra sulle scale la gente. Qualcuno a bassa voce dice: «Se non li carica la polizia, ci pensiamo noi».

Ore 13.30: Circa 150 ospiti del Cara hanno raggiunto Palagonia. Marciano e gridano slogan.

Ore 13: Un gruppo di migranti sta cercando di raggiungere Palagonia tagliando per i campi. Altri si sono concentrati sul blocco stradale sulla Catania-Gela. Vogliono raggiungere la cittadina sperando di trovare qualcuno che possa ascoltare le loro istanze. Inizia a salire nuovamente la tensione, con capannelli di persone ferme agli incroci che osservano i movimenti dei manifestanti.

Ore 12.40: I manifestanti si stanno spostando sulla statale 417. Vogliono arrivare a Catania o, almeno, bloccare la circolazione sulla strada.

Ore 12: Mentre le trattative continuano alla presenza anche del sindaco di Palagonia Valerio Marletta, si registra qualche problema anche vicino al Cara sulla strada che va verso Mineo. Un battaglione dei carabinieri si sta spostando lì.

Ore 11.45: Dopo i momenti di tensione, è tornata la calma tra i manifestanti. I migranti hanno potuto parlare con la stampa e spiegare le ragioni della loro protesta. Chiedono il rilascio della persona fermata e accusata di aver lanciato il sasso che ha sfondato il finestrino dell’ambulanza per poter rientrare al Cara. Il corteo è fermo in via Palermo, strada di collegamento alla statale.

Ore 11: È in corso una trattativa tra gli ospiti del Cara in corteo e le autorità. Gli scontri avvenuti qualche minuto fa sono stati molto pesanti. Grazie al passaggio di un’ambulanza, chiamata per soccorrere una giovane manifestante e sopraggiunta alle spalle del gruppo, qualcuno dalle retrovie ha lanciato dei sassi, alcuni dei quali di grosse dimensioni che hanno colpito anche il mezzo sfondando un vetro. In risposta, la polizia ha lanciato dei lacrimogeni e fatto una carica. Fermato uno dei partecipanti, è stato immediatamente condotto a Catania.

Ore 10.30: Scontri tra le forze dell’ordine e i migranti all’ingresso del Comune di Palagonia. Polizia e carabinieri hanno cercato di impedire l’accesso al piccolo centro, ma i manifestanti hanno sfondato il cordone. Il lancio di pietre e bottiglie ha provocato una leggera carica e il lancio di lacrimogeni. Una giovane donna è svenuta ed è stata portata via dal corteo. Adesso si cercano di placare gli animi, anche attraverso un mediatore culturale in arrivo da Catania.

Ore 10.20: Il gruppo di manifestanti si sta avvicinando al centro di Palagonia. Adesso una decina di carabinieri li scortano più da vicino.

Circa 500 migranti, ospiti del Cara di Mineo, hanno dato vita dall’alba di questa mattina a una protesta sulla statale che collega Catania a Gela. Si tratta in maggioranza di eritrei e nigeriani, ma sono presenti anche persone di altre nazionalità. Hanno formato un corteo, con l’intenzione di dirigersi verso il capoluogo etneo, scandendo come slogan «No more negative». Il riferimento è ai rifiuti opposti alle loro richieste di asilo e al rilascio dei permessi di soggiorno. Al momento sono giunti ai confini del Comune di Palagonia, seguendo la strada provinciale 417. Tranquilli gli animi sia dei manifestanti che della polizia, che al momento osservano da lontano. Un elicottero dei carabinieri sorvola la zona a bassa quota.

Qualcuno solleva un cartello di solidarietà al giovane eritreo che sabato scorso si è tolto la vita all’interno del centro, mentre altri chiedono la presenza del network giornalistico al Jazeera per testimoniare la loro protesta.


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