Una telefonata orribile al centralino della sede siciliana del pd, in via bentivegna, a palermo. Una donna ha chiesto il numero di telefono dell'europarlamentare rita borsellino, candidato sindaco del capoluogo, per avvisarla che "vogliono ammazzarla". Al rifiuto del centralinista di fornire il numero, ha urlato: "vogliono ammazzare rita borsellino". Una denuncia è stata inoltrata alla polizia. Intanto fioccano i messaggi di solidarietà. A cominciare da quello del leader del pd, pierluigi bersani: "ricevere telefonate in cui si parla di morte e' un fatto grave e che non va assolutamente sottovalutato. Desidero esprimere a rita borsellino, a nome mio e del pd, tutta la solidarieta' e la vicinanza possibile. In sicilia come altrove il linguaggio delle minacce e dell'intimidazione si batte con il rafforzamento della democrazia".
Minacce di morte a Rita Borsellino
Una telefonata orribile al centralino della sede siciliana del Pd, in via Bentivegna, a Palermo. Una donna ha chiesto il numero di telefono dell’europarlamentare Rita Borsellino, candidato sindaco del capoluogo, per avvisarla che “vogliono ammazzarla”. Al rifiuto del centralinista di fornire il numero, ha urlato: “Vogliono ammazzare Rita Borsellino”. Una denuncia è stata inoltrata alla polizia. Intanto fioccano i messaggi di solidarietà. A cominciare da quello del leader del Pd, Pierluigi Bersani: “Ricevere telefonate in cui si parla di morte e’ un fatto grave e che non va assolutamente sottovalutato. Desidero esprimere a Rita Borsellino, a nome mio e del Pd, tutta la solidarieta’ e la vicinanza possibile. In Sicilia come altrove il linguaggio delle minacce e dell’intimidazione si batte con il rafforzamento della democrazia”.
Una brutta giornata quella di oggi a Palermo. Una giornata che è cominciata con la scoperta di un atto intimidatorio ai danni del centro per ragazzi “Oretolandia” gestito da padre Antonio Garau, in prima linea sul fronte dell’educazione e del recupero giovanile all’insegna della legalità. Ignoti hanno appiccato il fuoco all’ingresso della struttura, gestita dall’associazione Jus Vitae.
Trovandoci a Palermo, e non in una tranquilla cittadina svizzera, la preoccupazione delle forze dell’ordine è forte.