Stamattina 58 persone sono state soccorse in acque internazionali nella zona di ricerca e soccorso (Sar) tunisina dalla nave Mare Jonio della organizzazione non governativa (ong) Mediterranea Saving Humans. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi, le persone migranti erano «a bordo di una piccola imbarcazione sovraffollata e a imminente rischio di naufragio, in fuga dalla Libia – dice la ong – Con motore in avaria, erano alla deriva da 22 ore, senza acqua né cibo. La nave ha chiesto un porto sicuro alle autorità italiane». Le persone migranti sarebbero partite da Zuara, sulle coste nordoccidentali del Paese nordafricano. «Non pensavano di farcela – dice la ong – ed erano sicuri che di lì a poco sarebbero morti, invece non è stato così. Pregavano e piangevano, erano molto disidratati e pieni di ferite».
Durante la notte a Lampedusa ci sono stati cinque sbarchi: 296 le persone arrivate sull’Isola, dopo le nove imbarcazioni arrivate ieri, che trasportavano 487 persone. Alcune barche sarebbero salpate dalla Libia, altre da Sfax, in Tunisia. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa, gli ultimi soccorsi sono stati portati a termine dalle motovedette di Frontex. Le persone migranti sono state trasferite nell’hotspot di contrada Imbriacola. Al momento nella struttura ci sono 733 persone. Le imbarcazioni in questione avrebbero avuto una capienza che va da un minimo di 43 persone a un massimo di 100. In alcuni casi la traversata sarebbe costata fino a 700 dinari tunisini, circa seimila euro. Questa cifra sarebbe stata pagata da persone di origine sudanese, ivoriana, guineiana, malese, bengalese, egiziana, irachena e pachistana. Inoltre – sempre secondo l’Ansa – le ultime 100 persone arrivate hanno dichiarato di voler arrivare in Germania, Belgio, Regno Unito e Norvegia. La prefettura di Agrigento ha disposto per la mattinata di oggi il trasferimento di 184 persone con il traghetto di linea per Porto Empedocle, in provincia di Agrigento: tra loro 39 minori non accompagnati.
Mercoledì 9 ottobre la nave Mare Jonio era salpata dal porto di Trapani per la sua 19esima missione nel Mediterraneo centrale. Una partenza che arriva dopo l’ispezione straordinaria del 17 settembre, ordinata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: il risultato fu l’ordine di sbarcare le attrezzature per il soccorso che si trovavano a poppa della nave, sul ponte di coperta. «In particolare – riporta il quotidiano Avvenire – i container destinati all’accoglienza delle persone soccorse, quello dell’infermeria, i bagni chimici, le docce e i due gommoni veloci rhib». Se la nave non avesse ottemperato alla disposizione, sarebbe stato ritirato il certificato d’idoneità, indispensabile per la navigazione.
Nel frattempo sono destinate a far discutere – soprattutto nella maggioranza di centrodestra – le dichiarazioni del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci. Intervistato dall’emittente televisiva Rei Tv, Musumeci ha detto che nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato d’emergenza sull’immigrazione per rispondere a «una esigenza di carattere essenzialmente amministrativo». Musumeci ha aggiunto che «dalle nostre coste non arrivano segnali preoccupanti, non c’è più quel flusso che si è registrato nel passato. Per altri sei mesi si procede dunque con lo stato d’emergenza. Consentiamo al ministero dell’Interno di potere definire alcune procedure e poi dovremmo normalizzare questa situazione». L’ex presidente della Regione siciliana sostiene che «l’accordo con la Tunisia sta dando i suoi frutti. Dopo di che – continua Musumeci – dobbiamo dire che l’Italia ha bisogno di immigrati, ma non devono entrare con il permesso della mafia dopo avere pagato una tangente. Abbiamo bisogno di flussi regolari – spiega Musumeci – che possano compensare nell’immediato il preoccupante dato anagrafico in Italia, dove non si fanno più figli».
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