Nel piccolo paese di Fondachelli Fantina un gruppo di ospiti hanno scritto alle forze dell'ordine per denunciare le condizioni in cui vivono. «Da troppo tempo siamo maltrattati nel centro, ma oggi siamo stanchi di sopportare queste sofferenze». Il sindaco: «Strumentalizzazioni davanti alle telecamere»
Migranti, protesta e lettera ai carabinieri da 70 minori «Cibo crudo e se ci ammaliamo non ci sono medicine»
Hanno protestato portando fuori i mobili dal centro dove risiedono e si sono rifiutati di mangiare. I 70 ospiti del centro Rosselli di Fondachelli Fantina, in Provincia di Messina, tutti minori stranieri non accompagnati, alla fine hanno anche consegnato ai carabinieri una lettera scritta in francese in cui spiegano i motivi della loro protesta e chiedono aiuto. Il centro è gestito dall’istituzione comunale ai servizi sociali, entre strumentale del Comune e guidata dal dottor Antonino Romanzo.
«Caro assistente sociale, abbiamo l’onore di farti presente le nostre sofferenze e il nostro avvilimento qui a Fondachelli Fantina precisamente nel centro Rosselli». Inizia così la missiva adesso in mano ai carabinieri. E subito dopo cominciano ad elencare perché hanno deciso di protestare e i motivi del loro malcontento. «Da troppo tempo siamo maltrattati nel centro, ma oggi scriviamo per dire che siamo stanchi di sopportare queste sofferenze. Per prima cosa ci obbligano a mangiare cibo crudo e se ci ammaliamo non ci sono medicinali per noi. Non ci fanno parlare coi tutori e non ci danno il pocket money e ci obbligano a bere l’acqua del rubinetto che è nociva per la nostra salute».
Accuse pesanti che non riguardano solo i gestori del centro di accoglienza per minori, ma anche altre persone. «I mediatori non ci difendono, perché l’ultimo che ci ha difeso è stato licenziato. Si chiama Mankama». I migranti si lamentano anche di non avere cambi di vestiario «nemmeno se andiamo in ospedale per visita o incidente. E quando chiediamo medicine perché stiamo male, ci prendono in giro anche se alcuni hanno seri problemi di salute, ma ciò non interessa a nessuno». Gli immigrati denunciano sempre nella lettera che «quando uno va in ospedale non lo accompagna il tutore e nessuno lo aiuta per la traduzione perché non ci sono mediatori». Scrivono di venire redarguiti e invitati a tornare in Africa. «Ringraziamo l’Italia della sua gentilezza e di averci aiutato fin qui ed accettati come siamo. Vi saremo riconoscenti. Gli immigrati del Rosselli».
Di tutt’altro avviso il primo cittadino di Fondachelli Fantina, Marco Pettinato. Raggiunto telefonicamente, il sindaco ritiene «si sia trattata di una protesta organizzata di proposito». Al Comune sono pronti a presentare un esposto in Procura contro ignoti. «Indicheremo quello che ci sembra strano in tutta questa vicenda – spiega Pettinato –. A cominciare dal fatto che su 130 migranti che accogliamo in cinque centri, solo una ventina si sono lamentati del cibo. Per carità – sottolinea il primo cittadino -, può succedere anche quando si va al ristorante di non gradire i pasti. Ma le stesse persone che hanno protestato si sono azzuffate con altri migranti che invece volevano mangiare e che non avevano da ridire sulla qualità del cibo».
Il sospetto del sindaco e di chi gestisce i centri è che si tratti del gruppo «che è stato strumentalizzato per far esplodere la protesta davanti alle telecamere di una tv che ieri era presente a Fondachelli. Ci sembra strano – continua il primo cittadino – che già alle 12.30 gli avvocati Picciotto e Cordaro che si occupano dei migranti sapessero che ci sarebbe stata una rivolta. Il cameraman non poteva introdursi nella struttura, perché non aveva autorizzazione. Se l’avesse richiesta gliel’avremmo data e avrebbe potuto così constatare che ciascuno dei migranti ha dei vestiti di ricambio». E di questo il sindaco è pronto anche a fornire i verbali di consegna del vestiario che attestano la consegna di indumenti ai minori. «Non ci è stata data la possibilità di replicare. Sarebbe bastato che si fermassero e avrebbero visto che, andate via le telecamere, tutti si sono seduti a tavola a mangiare».