Un'altra imbarcazione si sarebbe rovesciata. L'allarme è stato lanciato da un'aereo lussemburghese che partecipa alla missione Eunavformed. Sono arrivati a Porto Empedocle i sopravvissuti della tragedia di ieri. Parlano di 650 persone a bordo del peschereccio affondato, ma in Sicilia ne sono giunti solo 540
Migranti: altre 30 vittime, duemila tratti in salvo I superstiti di ieri: «Mancano oltre 100 persone»
Ci sarebbe un’altra tragedia nel Canale di Sicilia. A 24 ore dalle operazioni di soccorso a largo delle coste libiche, dove un barcone si è ribaltato causando la morte di cinque persone (ma dalle prima dichiarazioni dei superstiti potrebbero essere molte di più, circa cento), stamani un’altra imbarcazione con un centinaio di persone a bordo si sarebbe rovesciata. A darne la notizia è Ansa, secondo cui l’allarme sarebbe stato lanciato da un aereo lussemburghese della missione europea Eunavformed.
L’incidente sarebbe avvenuto a circa 35 miglia dalle cose libiche. A perdere la vita sarebbero state almeno tra le 20 e le 30 persone, mentre le motovedette della Guardia costiera stanno portando in salvo gli altri naufraghi. Molti i migranti che sono rimasti aggrappati allo scafo del barcone, nella speranza di salvarsi, mentre 88 sarebbero già stati issati a bordo. Sul posto è giunta anche la nave spagnola Reina Sofia, che sta partecipando alle operazioni. Lanciato anche un kit di salvataggio.
Soltanto nella giornata di oggi sono già oltre duemila i migranti salvati al largo della Libia. Al momento, la centrale operativa della Guardia Costiera sta coordinando una ventina di operazioni di soccorso, 13 concluse. Nella zona, tra le 30 e le 40 miglia a nord della Libia, stanno operando diversi mezzi della Guardia Costiera, della Marina Militare, di Frontex e di Eunavformed, di Medici senza frontiere, rimorchiatori d’altura e mercantili.
Nel pomeriggio è giunta a Porto Empedocle la nave Bettica della Marina militare italiana che ieri ha tratto in salvo 540 persone da un barcone che si è capovolto e recuperato cinque cadaveri in mare. I superstiti però hanno raccontato ai mediatori culturali che i morti potrebbero essere decisamente di più. Sul peschereccio infatti si sarebbero imbarcate circa 650 persone, mentre sulla nave militare sono solo 540. All’appello mancherebbero dunque circa 110 migranti. A descrivere le operazioni di salvataggio è il comandante della Bettica, Francesco Iavazzo: «Abbiamo recuperato queste persone in condizioni estreme, il barcone era in precarie condizioni di galleggiabilità, sia per il sovraffollamento sia per il mare. Erano su un piccolo peschereccio che aveva già imbarcato acqua. Urlavo: “State seduti, state calmi, ci vorrà del tempo, non vi muovere, aspettate, credeteci”. Ma non lo hanno fatto. Abbiamo recuperato tutti, ma non escludo che ci siano dei dispersi».
Quindi il comandante racconta un aneddoto: «Dopo le operazioni di salvataggio, ho indossato la mascherina e sono andato sul ponte di ruolo. C’erano tanti bambini. Io avevo dato priorità di imbarcare donne e bambini. Sul ponte c’era una bambina di meno di un anno con un orsacchiotto bianco più grande di lei. Un peluche che i miei uomini non so come abbiano trovato. La bambina mi sorrideva e quella è stata la gioia più grande. Il nostro impegno è massimo, appena finiremo qui – conclude – usciremo di nuovo in mare. Ci mettiamo il cuore, l’anima. Queste nostre navi hanno equipaggi d’oro».