Un barcone con a bordo 42 persone (di cui dieci donne e un minorenne) e otto cadaveri è arrivato a Lampedusa. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta per capire cosa è avvenuto a 42 miglia dall’isola delle Pelagie. Le ipotesi di reato, al momento a carico di ignoti, sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I pubblici ministeri, attraverso le forze dell’ordine, stanno raccogliendo informazioni su quanto è accaduto su quel barcone di sei metri partito da Sfax, in Tunisia. Nelle prossime ore verranno ascoltati i superstiti – originari di Mali, Costa d’Avorio, Guinea, Camerun, Burkina Faso e Niger – che, dopo essere arrivati nella notte al molo Favarolo, adesso sono ospiti dell’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa.
Stando a quanto emerso dai primi racconti dei superstiti agli inquirenti, ci sarebbe anche un neonato morto assiderato e poi gettato in acqua dalla madre. Il corpo del bambino non sarebbe stato ritrovato e, al momento, risulta ancora disperso. La madre è morta poco dopo ed è stata trovata sul barchino con gli altri sette cadaveri. Dalle testimonianze di chi si trovava sull’imbarcazione in mezzo al mare insieme a loro, è emerso che, dopo che la donna ha gettato in mare il figlio morto assiderato, un uomo si sarebbe tuffato in acqua per recuperarlo ma è stato inghiottito dalle onde. Al momento, quindi, oltre alle otto vittime, si contano anche due dispersi.
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