L'imbarcazione era rimasta nell'infrastruttura etnea dal giorno dello sbarco dei 47 migranti che aveva salvato nel mar Mediterraneo. Dopo il via libera degli ispettori dello Stato di bandiera, intorno alle 14.30 di oggi è arrivato anche quello dell'Italia
Migranti, la Sea Watch 3 ferma al porto di Catania «Cambio del molo». Ancora in attesa di permessi
Mollati gli ormeggi e salutata la gente che era accorsa per augurare buon viaggio agli attivisti, dopo avere lasciato la banchina ed essersi spostata per qualche minuto nella rada del porto di Catania, la Sea Watch si è di nuovo fermata. La notizia della partenza era arrivata anche al personale dell’ong che, però, si era mantenuto moderatamente cauto in attesa di lasciare gli ormeggi. La speranza era quella di riuscire a partire in giornata, ma dopo questo ennesimo stop non si sa cosa accadrà. «Hanno fatto un cambio di ormeggio perché avevamo bisogno di quello spazio – è quando dicono dalla guardia costiera di Catania – Sugli spostamenti della Sea Watch non siamo noi a decidere e stiamo aspettando altre notizie». L’equipaggio ha tolto l’abbigliamento indossato per la partenza e, intanto, all’interno del porto di Catania sono entrate sette navi militari straniere impegnate in una esercitazione nel Mediterraneo.
Nel pomeriggio di oggi la nave Sea Watch 3, battente bandiera olandese, avrebbe dovuto lasciare il porto di Catania per riprendere il suo viaggio in mare. Le cose, però, sono andate diversamente da come era emerso nel primo pomeriggio. In base a quanto appreso da questa testata, già ieri sarebbe arrivato il via libera alla partenza da parte degli ispettori giunti direttamente dai Paesi Bassi per verificare che l’imbarcazione fosse in grado di ricominciare la navigazione.
L’imbarcazione della Ong tedesca è stata bloccata nell’infrastruttura portuale etnea a seguito dello sbarco dei 47 migranti che trasportava e che sono rimasti, per giorni, al suo interno in attesa di conoscere la destinazione più sicura. Dopo una lunga attesa nello specchio di mare di fronte a Siracusa, l’ex peschereccio aveva fatto rotta verso il capoluogo etneo, dove era stato fermato per motivi burocratici. Nessuna nuova inchiesta: era stato lo stesso procuratore capo Carmelo Zuccaro a escludere eventuali reati in capo al capitano e alla squadra.
Secondo quanto comunicato dagli stessi componenti dell’equipaggio, le autorità italiane avevano richiesto una serie di adempimenti ai fini di garantire le condizioni di sicurezza all’interno del vascello. «Per esempio? – dice uno dei meccanici a bordo della nave – Ci hanno chiesto di cambiare gli adesivi dell’antincendio. Cosa ha a che vedere questo con la sicurezza?». Le modifiche però sono state effettuate e, dopo lo sta bene alla partenza da parte della nazione di bandiera. In ogni caso, dopo avere lasciato Catania ma non ricomincerà subito le attività di soccorso in mare: sono necessarie due settimane, programmate da mesi, per la manutenzione ordinaria dell’imbarcazione. Dopodiché un nuovo equipaggio si imbarcherà per iniziare un’altra missione.