Dal suo letto dell’unità operativa di Chirurgia plastica del Policlinico di Palermo, Haisman, 23enne sudanese, cerca aiuto per rintracciare i suoi fratelli Asil (di 13 anni) e Haider (16 anni) unici altri superstiti della sua famiglia. Dal Sudan, erano partiti in cerca di una vita migliore, ma la loro speranza si è infranta a fine […]
Migrante 23enne sopravvissuto al naufragio dall’ospedale cerca i fratelli. «È disperato»
Dal suo letto dell’unità operativa di Chirurgia plastica del Policlinico di Palermo, Haisman, 23enne sudanese, cerca aiuto per rintracciare i suoi fratelli Asil (di 13 anni) e Haider (16 anni) unici altri superstiti della sua famiglia. Dal Sudan, erano partiti in cerca di una vita migliore, ma la loro speranza si è infranta a fine luglio al largo di Lampedusa. Il padre, la madre e la figlia di tre anni sono morti in mare, la moglie è morta in Libia. Haisman è arrivato con l’elisoccorso al pronto soccorso dell’azienda ospedaliera universitaria con ferite alla mano e al sopracciglio. Ricoverato, è stato operato e curato dai medici dell’equipe diretta da Adriana Cordova, direttrice del dipartimento di Chirurgia del Paolo Giaccone.
«Un caso davvero drammatico – racconta la chirurga – Abbiamo operato Haisman per una lesione dei tendini flessori della mano sinistra e curato una ferita del sopracciglio e una cicatrice nel collo precedente ai traumi attuali. Ma siamo molto preoccupati: il paziente è disperato e riteniamo che sia a rischio di fuga e suicidio. Ho scritto alla Croce rossa e alla questura cercando di fare il possibile per aiutarlo a ricongiungersi ai suoi fratelli minori. Haisman – aggiunge Cordova – è stato supportato dai nostri psicologi e oggi abbiamo chiesto anche una consulenza psichiatrica». La comunicazione con il giovane, assistito da un interprete perché parla solo arabo, è molto difficile. I medici lo hanno già fermato mentre stava tentando di fuggire.
«Questo caso ha in sé tutta la tragedia umana dei migranti – afferma il commissario del Policlinico, Maurizio Montalbano – Il Policlinico di Palermo è impegnato non solo nell’assistenza medica al paziente, ma anche nel doveroso supporto psicologico e psichiatrico per aiutarlo a superare un’esperienza straziante che corre il rischio di condizionare tutta la sua vita. Chiediamo il supporto di tutte le istituzioni – conclude – per far sì che possa ricongiungersi ai fratelli, unici superstiti della sua famiglia».